sabato 31 dicembre 2011

Alfonso Luigi Marra circa Barnard e la così detta «moderm money theory».

Quello che innanzitutto manca, a tacer d'altro, è proprio la 'theory', descritta solo attraverso un profluvio di esemplificazioni tanto confuse quanto insufficienti a rapportarla alle fonti, visto che, in più di un secolo, è stata oggetto di varie formulazioni, e non è dato capire qual è la 'versione' o gli aspetti di essa che si intendono oggi proporre o riproporre.

Viene cioè annunziato da Paolo Barnard, per poter apprendere di cosa si tratti, un evento al quale si può partecipare solo ascoltando, ma non si vede perché non si provveda nel mentre a scrivere un articolo di chiarimento, anziché presentare la 'theory' come fosse un oggetto misterioso.

Lo scrivo perché ricevo da tempo sollecitazioni, in relazione a Barnard, a 'unire le forze', sicché sento infine l'esigenza di chiarire che non posso farlo perché ritengo a-tecnica, confusa e in molti punti errata la sua analisi, oltre a non condividerne né l'antieuropeismo né l'auspicio del ritorno alla lira, perché, quanto all'Europa, va solo risolto il problema che il Parlamento europeo non ha il potere di promulgare le leggi che vota e che i deputati non hanno il potere di iniziativa legislativa; e, quanto all'Euro, il problema è che vanno nazionalizzate le banche, centrali e non, compresa ovviamente la BCE.

Quanto, più in dettaglio, alla 'theory', credo che la riproposizione – alle soglie del 2012 e dopo tutto quanto si è detto del signoraggio primario e secondario – di una teoria basata sulla privatezza delle banche centrali e non, ha di 'moderno' solo l'inesauribilità delle forme dietro le quali un sistema è capace di trincerarsi – magari facendo confusione – pur di non andare verso un vero cambiamento: un cambiamento basato cioè sulla confisca penale e sulla nazionalizzazione delle banche sia centrali che di credito, in quanto entrambe produttrici di denaro dal nulla: funzione che può competere solo allo Stato.

Stato che, in virtù del fenomeno dell'inveramento (che – mi scuso per l'immodestia, visto che l'ho definito io – ma è indispensabile per capire la questione monetaria, e di sicuro non è stato capito da nessuno dei sostenitori della 'theory'), può produrre tutto il denaro che occorre senza causare svalutazione.

Svalutazione che si vede relativamente poco perché è assorbita dalla continua diminuzione dei costi causata dall'altrettanto continua semplificazione dei processi produttivi e distributivi. (Rinvio per il resto al documento sul signoraggio primario e secondario di cui a marra.it).

Il mio caro amico Salvatore Tamburro, giovane economista serio e refrattario alle suggestioni cervellotiche che affascinano i meno competenti, ha fornito i dettagli dell'erroneità della 'teory', oltretutto per nulla 'modern', risalendo la sua prima formulazione al 1895.

Alfonso Luigi Marra

16 GENNAIO 2012 – UNA RIVOLUZIONE



16 GENNAIO 2012 – UNA RIVOLUZIONE PREANNUNCIATA


http://www.avolablog.it/2011/12/16-gennaio-2012-una-rivoluzione-preannunciata.html

Giorno sedici Gennaio si fermerà la Sicilia. “Movimento dei Forconi” ed Autotrasportatori insieme anche stavolta. Non una guerra tra poveri, ma una guerra insieme contro questi governi regionale e nazionale che ancora una volta vogliono farci pagare il conto.
Purtroppo per loro questa è la classica goccia che fa traboccare un vaso già pieno. Non se ne può più e per questo l’appello ai siciliani va nella direzione della condivisione di un rifiuto generale verso quanto sta accadendo.
Ci fermeremo a Messina, ci fermeremo agli snodi autostradali di Catania e di Palermo, ci fermeremo davanti ai porti, ci fermeremo davanti alle raffinerie di Gela e di Priolo.
Dal sedici al venti. Non sappiamo se finirà nella manifestazione annunciata a Palermo. Vedremo quello che accadrà. Comunicheremo alle questure ed ai prefetti ma non scenderemo a compromessi. Questa è già ora una guerra e solo chi non vuole capire non capisce. Alla guerra si risponde, altrimenti si muore e siccome sono in molti a capire che la morte è vicinaforse sarà meglio non alzare i manganelli contro una popolazione esasperata. Attenti alla collera dei buoni. Al nostro presidente di questa regione qualcuno comunichi e lo inviti a non mettersi di traverso, sarebbe come dar fuoco alle polveri.
Noi vogliamo gridare al mondo che non siamo disponibili a pagare il conto ai ladroni nazionali e non siamo disponibili a morire in nome della globalizzazione irrazionale delle multinazionali e dei furbi. Non siamo davanti ad una operazione di solidarietà mondiale, siamo davanti ad un mostro che sta ingoiando intere generazioni senza pietà. Non potranno capirlo tutti ovviamente ma a quelli che comprendono è dato un compito pesante, anzi pesantissimo: salvare i propri figli!
Non so se arrivera’ questo messaggio all’attuale presidente del consiglio, so per certo che Passera e Catania sono i due “Ministri” con i quali si chiederà di parlare. Loro hanno scritto una manovra, noi rappresentati del nulla, ne scriveremo un’altra. Tutti i sindacalisti che hanno voglia di balbettare come la Camusso, Angeletti e Bonanni che in questi giorni hanno fatto sorridere l’Italia intera si facciano da parte. Le associazioni di categoria come Coldiretti, CIA e Confagricoltura che nelle loro dichiarazioni si contraddicono in continuazione, la smettano di prenderci per il culo in nome di accordi più interessanti col potere politico. L’unica cosa che ci è rimasta, in una democrazia svenduta per qualche spicciolo al potere economico e politico, è solo l’autodifesa. Comincia a squarciarsi solo oggi il muro dell’indifferenza e noi vogliamo far si che il muro venga totalmente abbattuto.
Il sedici gennaio inizia dalla sicilia la rivoluzione di un popolo che non vi sopporta piu’. Cari amici del sistema, la pressione ha sforato il limite di guardia e da qualche parte sta per saltare il tappo. Chissa’ che non parta proprio da qui !!!!
Ve lo avevamo detto: vogliamo scrivere una pagina di storia e la scriveremo. Siamo siciliani veri invendibili e siamo teste dure.
Ora il gioco non e’ piu’ un gioco e comincia a farsi duro.

venerdì 30 dicembre 2011

Le banche creano soldi dal nulla e poi ci espropriano



SVEGLIAMOCI!!! Il debito e' solo un dato in un computer. Le banche creano soldi dal nulla per poi avere un controllo totale sulle nazioni.
Questo crollo economico e dovuto a cause delle banche e del loro modo di creare soldi fittizi che svalutano la moneta.
Questo e' quello che sta succedendo in Italia e nel mondo.
Mario Monti e uin banchiere che fara di tutto per rubare piu' soldi possibili agli italiani e darli alle banche.

Mario Monti e' molto pericoloso.
Membro di Bilderberg l'associazione segreta che vuole far collassare l'Europa .
In questo video dice che "L EURO E UN SUCCESSO, SOPRATTUTTO PER LA GRECIA".
http://www.youtube.com/watch?v=a8UD4XMo5os 
E' un criminale che salvaguardia solo l'interesse delle banche internazionali.

Ecco cosa dice wikipedia di Monti http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Monti

È stato il primo presidente del "Bruegel", un think-tank, nato a Bruxelles nel 2005, composto e finanziato da 16 Stati membri dell'UE e 28 multinazionali.

Dal 2010 è inoltre presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller[8] e membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg[9].

Dal 2005 è international advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del Goldman Sachs Global Market Institute[10][11], presieduto dalla economista statunitense Abby Joseph Cohen. È advisor della Coca Cola Company[11].

Nel 2010, su incarico del Presidente della Commissione Europea Barroso, ha redatto un libro bianco (Rapporto sul futuro del mercato unico) contenente misure per il completamento del mercato unico europeo[12].

Il video e uno parte del film "Zeitgeist Moving Forward" Italiano, la parte sull'economia e interessante ma poi il film diventa un po troppo religioso sull'ecologia.

Il miglior sistema per occupare una banca


Il miglior sistema per occupare una banca è possederne una
di Ellen Hodgson Brown - 29/12/2011

Fonte: Come Don Chisciotte
 
   
La campagna “Move your money” (“sposta i tuoi soldi”) ha avuto un’ondata di sostenitori. Maggiore incisività avrebbe “sposta i nostrisoldi”, cioè trasferire gli introiti del governo locale dalle banche di Wall Street alle nostre banche di proprietà pubblica.
Occupy Wall Street (OWS) è stato sia criticato che lodato per non aver tenuto alcuna linea politica ufficiale. Ma ci sono anche linee politiche informali, come quella denominata “99% Declaration” (“Dichiarazione 99%”) che prevede che un’”Assemblea Generale Nazionale” da tenersi a Philadelphia il 4 luglio 2012. 

La Dichiarazione mira a tutto: dal tenere a freno lo stato-azienda, al chiudere la Fed, fino all’eliminazione della censura in Internet. Però nessuna di queste pretese sembra andare al nocciolo di quello che ha spinto i membri di OWSprincipalmente a bivaccare a Wall Street, cioè un sistema bancario corrotto al servizio dell’1% e a scapito del 99%. Per porre rimedio a questo ci serve un sistema bancario che faccia gli interessi del 99%.
Occupy San Francisco ora sostiene un programma diretto proprio a fare questo. In un articolo del 1° dicembre delWall Street Journal intitolato “Sensazionale Occupy: un’idea realistica e fattibile”, David Weidner scrive:
I contestatori della zona della Baia, soprattutto Occupy San Francisco, hanno qualcosa che i loro amici della East Coastnon hanno: un programma realistico diretto al cuore delle banche. L’idea potrebbe essere estesa a tutto il paese per inviare un messaggio alla compromessa Washington e al settore finanziario.
Si chiama “banca comunale”. In breve, questa trasferirebbe i conti correnti dalle banche del comune di San Francisco – circa due miliardi di dollari, ora distribuiti tra banche come Bank of America Corp., "Union BanCal Corp." e Wells Fargo & Co. - in una banca pubblica. Quest’ultima utilizzerebbe piccole banche locali per concedere prestiti alla collettività.
L’idea di banca pubblica non è nuova. È già stata proposta a San Francisco, e ha un da 90 anni ha curriculum positivo in Nord Dakota. Weidner rileva che la statale Bank of North Dakota lo scorso anno ha fatto guadagnare ai contribuenti oltre 61 milioni di dollari e ha riportato un utile di 57 milioni nel 2008, quando Bank of America aveva una perdita netta di 1,2 milioni. La proposta della banca di San Francisco è finanziata dal sovrintendente municipale John Avalos, che ha pensato per diversi anni a una banca comunale.
Weidner ritiene la proposta “il più audace colpo istituzionale finora sferrato alle banche dal movimento Occupy”.
Reagire alle critiche
Egli ammette che sarà una strada in salita. In un altro articolo del 6 dicembre, Weidner ha scritto:
Naturalmente c’è chi è critico […] e costoro sostengono che le banche pubbliche metterebbero in pericolo il denaro pubblico. Sareste sorpresi di sapere che la maggior parte dei critici sono banchieri?
Ecco perché da loro non si sente parola dei 100 milioni di dollari che hanno perso nel 2008 nei fondi pensione californiani. Non parlano dei pignoramenti che hanno fatto scempio della collettività e delle entrate fiscali. Non parlano dei “liar loans” (‘prestiti bugiardi’, ovvero coperti da ipoteche opportunamente ‘gonfiate’. N.d.T.) e dell’effetto avuto sull’economia, l’occupazione e il mercato immobiliare, per non parlare delle conseguenze sui bilanci locali e statali”.
Il “rischio per il contribuente” rimane la principale obiezione dei banchieri che vi si oppongono. “Un tale prestito non è necessario”, dicono. “Concediamo già prestiti a tutti i sottoscrittori solvibili che si rivolgono a noi. Perché mettere a rischio i soldi del contribuente concedendo prestiti per un qualsiasi progetto bislacco in cui qualche politico vuole sprecare il denaro del contribuente?
Tom Hagan, che paga le tasse nel Maine, ha una rispostaa questa tesi. Il 3 dicembre, in una lettera al direttore delPress Herald (di Portland), ha affermato che non c’è bisogno di investire il denaro delle banche pubbliche in rischiose imprese al dettaglio. I soldi potrebbero essere messi da parte per infrastrutture pubbliche, almeno quando il modello di banca pubblica sarà già collaudato. La salutare conseguenza potrebbe essere quella di ridurre della metà i costi delle infrastrutture locali. Per avvalorare la sua tesi relativamente al progetto dell’autostrada del Maine, ha scritto:
Perché per le migliorie alla rete autostradale il Maine paga il doppio?
Lo sviluppo è finanziato da titoli emessi dal Maine Turnpike Authority (“Ente Autostradale del Maine”), che raccoglie i capitali e poi rimborsa le obbligazioni con gli interessi.
Nel tempo, gli interessi da pagare ammontano più o meno al capitale iniziale, raddoppiando il costo dello sviluppo dell’autostrada e dei pedaggi che devono essere raccolti per pagarlo. Il denaro degli interessi esce dal Maine e approda alle banche di Wall Street.
Perché non tenere il denaro degli interessi qui nel Maine, a beneficio di tutti i suoi abitanti? Questo potrebbe essere fatto creando una banca di proprietà statale. I fondi statali depositati ora in conti correnti a interesse basso o nullo, sarebbero invece depositati nella banca statale.
Tali fondi verrebbero usati per rastrellare titoli statali e comunali emessi dalla Maine Bond Bank. Tutti. Dato che tutti gli interessi da pagare si riverserebbero nelle casse dello stato, finiremmo col pagare la metà di quello che oggi paghiamo per le nostre strade, i nostri ponti e le nostre scuole.
Il Nord Dakota ha sfruttato una banca statale per 90 anni. Perché non lo può fare il Maine?
La banca statale potrebbe creare “credito bancario” nella sua contabilità, come sono autorizzate a fare tutte le banche abilitate. Questo credito potrebbe essere utilizzato per acquistare obbligazioni. I depositi governativi non verrebbero “spesi” ma rimarrebbero nei suoi conti, sicuri come in Bank of America – probabilmente più sicuri, dal momento che la solvibilità della banca pubblica sarebbe garantita dal governo locale.
I critici si preoccupano della sfrenata ricerca del rischio da parte dei politici, ma i fedeli servitori civici della Bank of North Dakota insistono sul fatto che loro non sono politici, sono banchieri. A differenza delle banche di Wall Street che sono state salvate dai contribuenti, la Bank of North Dakotainveste in modo prudente. Ha evitato i derivati e i tossici titoli garantiti da ipoteche che hanno accelerato la crisi del debito, ha aiutato lo stato a evitare la crisi collaborando con le banche locali, assistendole nella necessità di reperire capitali e liquidità. Come conseguenza, in almeno un decennio lo stato non ha avuto fallimenti bancari.
Con l’utilizzo intelligente di un Internet in continua evoluzione, una supervisione pubblica veramente efficace riesce a ridurre al minimo il clientelismo. I fondi pensione della California avrebbero potuto evitare la perdita di 100 miliardi di dollari se, invece di giocare al casinò di Wall Street, avessero investito in infrastrutture attraverso la banca di proprietà statale.
Il conflitto costituzionale
Nell’articolo sul Wall Street Journal, Weidner evoca un’altra tesi degli avversari, ossia che la legge della California proibisce l’uso del denaro dei contribuenti per concedere prestiti a privati. Questa andrebbe modificata, ha detto.
La Corte Suprema tuttavia, ha stabilito il contrario. Nel 1920 l’eccezione costituzionale fu sollevata in accordo con la Corte Suprema del Nord Dakota e fu respinta sia da questa che dalla Corte Suprema degli Stati Uniti. Vedi lavertenza Green-Frazier del 1920 e un’ampia analisi qui.
Una banca comunale farebbe con fondi pubblici soltanto quello che sta facendo in questo momento Bank of America: offrirebbe “credito bancario” sostenuto dal capitale e dai depositi della banca. La differenza sarebbe che a ottenere il prestito sarebbe la collettività locale, non la Florida o l’Europa. E sarebbe il comune di San Francisco a incassare gli utili, non Bank of America.
La California e molti altri stati già possiedono banche per servizi pubblici che utilizzano fondi statali per sostenere il credito. Se questo impiego di denaro pubblico è legale e se gli stanziamenti pubblici possono essere depositati nellaBank of America e usati a sostegno dei prestiti delle multinazionali, allora possono pure essere depositati nellaBank of San Francisco per essere utilizzati a sostegno del credito alla comunità locale.
Meglio ancora, vi si può ricorrere per l’acquisto di obbligazioni comunali. L’investimento in queste obbligazioni risolverebbe del tutto la questione costituzionale dei “prestiti ai privati”, poiché il credito sarebbe diretto al governo locale.
Mandare un messaggio a Wall Street
La campagna “Sposta i tuoi soldi” ha avuto un’ondata di sostenitori, ma poi muovere i soldi verso cosa? Weidner ribadisce la denuncia della critica che le banche di credito cooperativo private si sono troppo ingrandite e ora minacciano le banche commerciali. Avere una maggiore influenza vorrebbe dire “spostare i nostri soldi”, spostare le entrate dell’amministrazione locale dalle banche di Wall Street verso le nostre banche di proprietà pubblica, che potrebbero così produrre credito a favore dell’economia locale e di opere pubbliche.
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17.12.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GABRIELE PICELLI

La BCE e il Giro di BOT


La BCE e il Giro di BOT
di Beppe Grillo - 29/12/2011

Fonte: Il Blog di Beppe Grillo

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La BCE ha prestato 500 miliardi di euro alle banche europee a un interesse dell'uno per cento per tre anni. Praticamente gratis. Lo ha fatto per far ripartire l'Europa. Per permettere alle banche di riaprire i rubinetti e finanziare l'economia reale, per le imprese che stanno chiudendo alla velocità della luce. Come direbbe Ciro, il mio figlio più piccolo, è un vero barbatrucco. I soldi della BCE non nascono sotto i cavoli, ma sono garantiti dagli Stati della UE, in definitiva sono nostri. Le banche vanno salvate, sono in crisi di liquidità e non si prestano neppure più i soldi tra loro. Inoltre hanno in pancia miliardi di crediti inesigibili e di schifezze finanziarie varie che devono, prima o poi, svalutare. 500 miliardi sono un'ancora di salvezza e, infatti, c'è stata la coda dei banchieri per ottenere il prestito come per i saldi di fine stagione. Le banche, però, fanno le banche. E' nella loro indole usuraia. I capitali vanno investiti dove è più alta la remunerazione. Dare soldi a un'azienda in difficoltà o a una start up è un rischio. Comprare titoli pubblici lo è un po' meno. Deve fallire un intero Stato. E allora è probabile le banche acquisteranno i titoli di Stato dei Pigs, quelli con gli interessi più alti, dal 6/7% in su. Un guadagno netto garantito. E anche un gesto nobile. Il prestito accordato dalla BCE coprirebbe per tutto il 2012 l'intero fabbisogno di Italia e Spagna. L'Europa sarebbe salva.
Qualcosa in questo gioco di prestigio però non torna. Per salvarci e collocare il debito pubblico dobbiamo pagare interessi altissimi alle banche con soldi prestati da noi attraverso la BCE. Le stesse banche, a iniziare da quelle francesi e tedesche, che hanno venduto a piene mani titoli italiani e spagnoli nell'ultimo anno. E che ora li ricompreranno con interessi quintuplicati. La ragione si smarrisce in questo labirinto. In questo Giro di Bot. Perché riconoscere gli interessi a banche private che comprano il nostro debito prestandogli i soldi? Compriamocelo da soli il debito, con il Tesoro o la Banca d'Italia, almeno gli interessi li pagheremo allo Stato. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure

Marra su Barnard e la così detta «moderm money theory»


L'avv. Alfonso Luigi Marra circa Barnard e la così detta «moderm money theory»

Quello che innanzitutto manca, a tacer d'altro, è proprio la 'theory', descritta solo attraverso un profluvio di esemplificazioni tanto confuse quanto insufficienti a rapportarla alle fonti, visto che, in più di un secolo, è stata oggetto di varie formulazioni, e non è dato capire qual è la 'versione' o gli aspetti di essa che si intendono oggi proporre o riproporre.
Viene cioè annunziato da Paolo Barnard, per poter apprendere di cosa si tratti, un evento al quale si può partecipare solo ascoltando, ma non si vede perché non si provveda nel mentre a scrivere un articolo di chiarimento, anziché presentare la 'theory' come fosse un oggetto misterioso.
Lo scrivo perché ricevo da tempo sollecitazioni, in relazione a Barnard, a 'unire le forze', sicché sento infine l'esigenza di chiarire che non posso farlo perché ritengo a-tecnica, confusa e in molti punti errata la sua analisi, oltre a non condividerne né l'antieuropeismo né l'auspicio del ritorno alla lira, perché, quanto all'Europa, va solo risolto il problema che il Parlamento europeo non ha il potere di promulgare le leggi che vota e che i deputati non hanno il potere di iniziativa legislativa; e, quanto all'Euro, il problema è che vanno nazionalizzate le banche, centrali e non, compresa ovviamente la BCE.

Quanto, più in dettaglio, alla 'theory', credo che la riproposizione – alle soglie del 2012 e dopo tutto quanto si è detto del signoraggio primario e secondario – di una teoria basata sulla privatezza delle banche centrali e non, ha di 'moderno' solo l'inesauribilità delle forme dietro le quali un sistema è capace di trincerarsi – magari facendo confusione – pur di non andare verso un vero cambiamento: un cambiamento basato cioè sulla confisca penale e sulla nazionalizzazione delle banche sia centrali che di credito, in quanto entrambe produttrici di denaro dal nulla: funzione che può competere solo allo Stato.
Stato che, in virtù del fenomeno dell'inveramento (che – mi scuso per l'immodestia, visto che l'ho definito io – ma è indispensabile per capire la questione monetaria, e di sicuro non è stato capito da nessuno dei sostenitori della 'theory'), può produrre tutto il denaro che occorre senza causare svalutazione.
Svalutazione che si vede relativamente poco perché è assorbita dalla continua diminuzione dei costi causata dall'altrettanto continua semplificazione dei processi produttivi e distributivi. (Rinvio per il resto al documento sul signoraggio primario e secondario di cui a www.marra.it).
Il mio caro amico Salvatore Tamburro, giovane economista serio e refrattario alle suggestioni cervellotiche che affascinano i meno competenti, ha fornito i dettagli dell'erroneità della 'teory', oltretutto per nulla 'modern', risalendo la sua prima formulazione al 1895.
Alfonso Luigi Marra

giovedì 29 dicembre 2011

PENSIONATA RUBA CARNE, "NON ARRIVO A FINE MESE"


PENSIONATA RUBA CARNE, "NON ARRIVO A FINE MESE". CARABINIERI L'INVITANO A PRANZO

TAG : crisifurtocarnepensionata
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Mercoledì 28 Dicembre 2011 - 11:48
TORGIANO (PERUGIA) - Un bottino di qualche vaschetta di carne per un valore di circa 20 euro. Questa la "refurtiva" di una pensionata italiana di 60 anni sorpresa a rubare in un supermercato di Torgiano. La donna è stata denunciata dai carabinieri che poi però l'hanno invitata a pranzo raccogliendo anche del denaro per consentirle di comprare generi alimentari. Con i militari la donna ha infatti sostenuto i non avere i soldi per fare la spesa e di non sapere come fare a raggiungere la fine del mese. L'episodio è avvenuto in occasione delle festività natalizie. Una pattuglia dei carabinieri di quella stazione è stata chiamata per un intervento in un supermercato dove i titolari avevano trovato una donna mentre stava tentando di uscire dal negozio dopo essersi appropriata di alcune confezioni di carne senza pagarle.
È stata così fermata e i generi alimentari recuperati. Una volta condotta in caserma, la pensionata ha ammesso con un certo imbarazzo le proprie responsabilità - è stato riferito dal personale dell'Arma - spiegando ai carabinieri di avere compiuto il furto non avendo i soldi per fare la spesa e quindi di non sapere come fare a raggiungere la fine del mese con la «magra» pensione. I militari, commossi dalla sincerità della donna, hanno così deciso di raccogliere un pò di denaro per consentirle di comprare generi alimentari e l'hanno anche invitata a pranzo. La donna, pur consapevole dell'errore commesso e per il quale risponderà di furto davanti alla magistratura di Perugia - hanno riferito ancora i militari -, ha ringraziato i carabinieri per l'umanità, la vicinanza e la gentilezza dimostrati. Pochi giorni fa, un pensionato 85enne si era improvvisato rapinatore per fame e ha incontrato anche lui la clemenza dei carabinieri.