domenica 9 ottobre 2011

Alfonso Luigi Marra su radio livestream di Lo Sai


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1 commento:

  1. Sara, Grillo e il por-no.

    Dopo che Sara al por-no non si era data per una vita, questi aguzzi apportatori di male sono riusciti a precipitarvela in un giorno: il giorno dopo aver girato questo video su Grillo. Video in cui, con sul petto l'ormai famoso fiore, fattole tatuare per l'occasione da noi, e che a quanto pare avrà anche nel film hard, e con la faccia di Grillo sui glutei ('faccia di banca'), parla della 'permuta', fatta da Grillo, della sua 'sacra' furia del 1998 contro il signoraggio in cambio del sostegno occulto che il potere bancario ha garantito al suo movimento 5 Stelle in Internet e nei media tramite la Casaleggio Associati. por-no rivolto al disegno scellerato ma stupido di screditare la lotta al signoraggio, perché nel signoraggio e nella lotta che gli facciamo non c'è niente da screditare. Li si può solo occultare, e non ci stanno riuscendo.

    Annunziamo poi già da ora, a breve, un successivo video di cui sarà probabilmente di nuovo interprete la 'peccatrice' Sara, forse 'ornata' di un serpente simbolico non sappiamo se vivo o tatuato (non sappiamo nulla di come Gino lo realizzerà).
    Un video volto a dimostrare che se certe forme dell'abiezione sono effettivamente più riprovevoli per chi, come Sara, Ilenya, Grillo o altri, le interpreta, spesso sono invece le forme più 'sobrie' di questa abiezione ad essere più perniciose per chi le subisce.
    Questo per l'ovvio motivo che, quando un modello culturale è errato, interpretarlo al meglio può solo significare essere migliori nell'essere peggiori.
    Un video in sostanza volto a dimostrare, vedremo poi attraverso quali strumenti narrativi o scenici, la trasversalità dell'abiezione alla normalità.
    Una cultura dell'abiezione espressa cioè in una miriade di formule diverse, variamente attive, passive, o magari solo difensive, subite, o esercitate proprio malgrado, ma tuttavia ineludibili, salvo che non si sia dei veri dissidenti, perché frutto di quel tremendo miscuglio tra visioni consumistiche e dogmatismo monoteistico che altrettanto ineludibilmente costituisce oggi il modo di concepire la realtà di ogni cittadino del regime.

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