giovedì 6 ottobre 2011

La macabra danza dell'usura


La macabra danza di usura sulla pelle dei popoli
di Ugo Gaudenzi - 05/10/2011

Fonte: Rinascita




Breve compendio quotidiano sulla crisi e sull’eurocrazia 

In Grecia, teatro di disoccupazione forzata e di terapie usuraie intensive lacrime e sangue, è calata la produzione industriale, la recessione più dura è dietro l’angolo e i mercati finanziari non credono che potrà far fronte agli impegni di risanamento. 

In Gran Bretagna, l’ipotesi del grand commis di Bruxelles, Barroso, di tassare le transazioni finanziarie per salvare le economie europee raccogliendo un “fondo di garanzia” di circa 60 miliardi di euro, ha fatto saltare i nervi a Mr. Osborne che ha subito annunciato il veto di Londra. Visto che il 72 per cento delle manovre finanziarie “europee” passa dalla City, infatti, questo significherebbe che gli “investitori” britannici dovrebbero contribuire a questa tassa per almeno 43 miliardi di euro. La stessa City dovrebbe chiudere. 

E a Roma, l’organo degli “azionisti” d’opposizione (ogni riferimento all’ing. De Benedetti e a “Giustizia e libertà” è voluto) non si smentisce: accetta ed elogia le ricette di fuoriuscita dalla crisi elargite, bontà sua, da Mr. Georges Soros. Già proprio quel Soros compagno di viaggio di Mr. Draghi e degli altri sul “Britannia” nel ‘92, quando si trattò di programmare la svendita dell’Italia pubblica agli interessi privati. Sempre quel Soros che speculò sulla lira portando alla svalutazione la moneta nazionale e innescando l’era delle “grandi stangate” (o manovre lacrime e sangue) delle quali una banda di camerieri delle banche va ancora in giro a vantarsi. E questo mentre i vari Brunetta di turno gli fanno il controcanto scalpitando i tacchi parossisticamente e indicando in ulteriori svendite dell’ormai misero patrimonio pubblico la propria suicida ricetta salvacrisi. 
Tre scampanellate, dunque, ma nessuno che si svegli, inchiodati come sono sui loro privilegi e sulle loro poltrone. 
Pensiamoci noi, allora. 

L’equazione è semplice-semplice: No euro eguale No debito. 

Riprendiamci le aziende, la produzione, il lavoro. Riprendiamoci soprattutto il diritto di stampare moneta secondo il valore dei beni prodotti e scambiati. 
Gli usurai mandiamoli in fallimento. 

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