martedì 22 novembre 2011

Conflitti d’interessi, Monti batte Berlusconi


Conflitti d’interessi, Monti batte Berlusconi
di Alessio Mannino - 21/11/2011

Fonte: alessiomannino 


Nota per gli anti-berlusconiani osservanti che oggi intonano gli osanna al nuovo capo del governo Mario Monti, l’economista liberista più amato dalla Bce e dalla finanza internazionale: scorrendo la lista dei ministri, i conflitti d’interesse la fanno da padrone. Ho già detto di lui, che è un recordman di intrecci e influenze elitarie (ripassino: ex consigliere Fiat, Comit e Generali, dal 2005 advisor Goldman Sachs, presidente europeo della Commissione Trilaterale, membro del direttivo del Bilderberg Group: grazie a queste credenziali è stato commissario europeo negli anni ’90 ed è da tempo immemore editorialista del Corriere della Sera, mica per altro).
Veniamo al consiglio dei ministri. Il primo banchiere italiano, Corrado Passera capo di Banca Intesa (azionista di una miriade di società, dalla Telecom alla Ntv di Montezemolo e Della Valle fino ad Alitalia e ad Rcs-Corriere della Sera, giusto per fare solo qualche nome), diventa superministro dello Sviluppo economico e Infrastrutture. La vicepresidente del consiglio di sorveglianza sempre di Intesa, consigliere di Buzzi Unicem ed editorialista del quotidiano Il Sole 24 Ore, Elsa Fornero, è nominata ministro del Welfare. Il commercialista Piero Gnudi, neo-ministro per il Turismo e Sport, siede nel cda di Unicredit, del gruppo Astaldi e del Sole 24 Ore, dopo essere stato presidente di Enel fino a pochi mesi fa. Francesco Profumo, a cui va il ministero dell’Istruzione, ha fatto parte del cda di Unicredit Private Bank e oggi è presente in quelli di Telecom, Pirelli e Fidia. Piero Giarda, già sottosegretario al Tesoro coi governi di centrosinistra negli anni ’90, assume il dicastero dei Rapporti con il Parlamento da consigliere di sorveglianza del Banco Popolare. Dulcis in fundo, la ministra della giustizia, Paola Severino, è un famoso avvocato proveniente dallo studio legale di un altro ex Guardasigilli, Giovanni Maria Flick. Segni particolari: la sua sterminata lista di clienti eccellenti annovera Prodi, Francesco Gaetano Caltagirone, Cesare Geronzi, Rutelli, Formigoni, la Fininvest, Telecom, Eni, Enel, Total eccetera eccetera e, nota importante, è considerata una “morbida” su certi temi, guarda caso quelli che stanno a cuore al plurindagato Silvio Berlusconi. Tipo le intercettazioni, che in un convegno del 2009 lei ebbe a definire «inefficaci», in pratica inutili. Stendiamo un velo pietoso sull’onnipresente Antonio Catricalà, uomo per tutte le stagioni premiato con il ruolo di sottosegretario alla presidenza del consiglio: fu quello che, grazie a una giravolta verbale di sua invenzione inserita nel lodo Maccanico, salvò Rete4 dal passaggio al satellite, e che da capo dell’Authority antitrust in tutti questi anni ha dormito sonni profondi. Dulcis in fundo, il braccio destro del neo-premier, Enzo Moavero, un eurocrate doc: conosce a menadito gli uffici della burocrazia dell’Unione e ricopre l’incarico di giudice della Corte europea di Giustizia di Lussemburgo. E’ il naturale ministro agli Affari Europei.
Poi c’è il capitolo Vaticano. Un certo, marcato ammiccamento alla Chiesa è evidente nei seguenti ministri: Lorenzo Ornaghi (Beni Culturali), ex rettore dell’Università Cattolica e vicepresidente del quotidiano dei vescovi Avvenire; Andrea Riccardi (Cooperazione Internazionale), fondatore della Comunità di Sant’Egidio; lo stesso Passera, presente al recente convegno di Todi in cui il presidente della Cei, cardinal Bagnasco, ha chiamato a raccolta il variegato mondo associativo ed economico d’ispirazione cattolica. Infine, non dimentichiamo l’ammiraglio Giampaolo Di Paola al ministero della Difesa (attualmente dirige il comitato militare della Nato, da cui ha seguito le operazioni di guerra in Libia) e Giulio Terzi di Sant’Agata, ambasciatore italiano a Washington, agli Esteri. Entrambi una garanzia per gli Usa, senza il cui via libera, nel Belpaese non si forma nessun governo. (a.m.)

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