lunedì 5 dicembre 2011

Operai sulla petroliera occupata


LA VERTENZA

Operai sulla petroliera occupata
con sacchi a pelo e tamburi

Trapani, il Cantiere navale ha deciso di licenziarli. Da una settimana in venti dormono sulla nave in costruzione  

di GERALDINE PEDROTTI  http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/12/03/news/operai_sulla_petroliera_occupata_con_sacchi_a_pelo_e_tamburi-26034102/ TRAPANI - "Per il lavoro lotteremo fino alla morte". È la frase che campeggia sul lenzuolo appeso alla fiancata della Marettimo M., la petroliera che gli operai della Cnt - Cantiere navale di Trapani occupano ormai da una settimana. Venti di loro, venerdì, sono saliti sulla nave ormeggiata all'interno del cantiere, come ultimo atto di protesta contro il licenziamento dei 59 dipendenti disposto dalla Satin Spa, società che controlla la Cnt e che gestisce il bacino, di proprietà della Regione.

FOTO / Gli operai sulla petroliera
Da quasi un anno gli operai del cantiere vivono di cassa integrazione ordinaria, che scadrà a dicembre. Nonostante le richieste dei lavoratori di rinnovare l'ammortizzatore sociale, il mese scorso Satin ha avviato la procedura di mobilità per l'intero organico. Secondo il piano industriale di Cnt, gli operai potrebbero essere riassunti in futuro, se il cantiere dovesse risollevarsi dalla crisi, ma sono in pochi a crederci. La protesta va avanti da fine settembre, quando in 36 hanno iniziato a presidiare il cantiere, occupandolo 24 ore su 24. La scorsa settimana la decisione di alzare il tiro, salendo sulla Marettimo M.

La nave è una petroliera commissionata alla Satin dalla società siracusana Augusta Due, i cui lavori sono stati bloccati ad agosto per mancanza di fondi. Nei giorni scorsi, la società armatrice ha manifestato l'intenzione di trasferire la nave in un altro cantiere per completarne la costruzione. "Portando via la nave, l'Augusta Due dovrebbe versare a Satin 3 milioni di euro - spiega uno degli occupanti, Antonio Di Cola - soldi che la società userebbe per pagare la nostra mobilità.

La partenza di questa nave segnerebbe la nostra condanna a morte". Da venerdì sera i 20 operai vivono all'interno dell'imbarcazione, senza luce né acqua, dormendo per terra e correndo costantemente il rischio di infortunarsi, viste le condizioni di una nave non ancora completata. "Cerchiamo di adattarci come possiamo, ma è difficile - continua Antonio- appena tramonta il sole cala il buio completo, non c'è elettricità e il rischio di farsi male è costante. Per dormire usiamo sacchi a pelo e coperte, ci sdraiamo sul pavimento, perché le cabine sono chiuse e non possiamo entrarci".

"Andiamo avanti grazie al sostegno delle nostre famiglie - racconta Maurizio Sanacore, 40 anni di cui 18 alla Cnt - ogni giorno ci portano qualcosa da mangiare e dei bidoni d'acqua per bere e lavarci". Da terra le mogli dei 20 operai trapanesi si uniscono alla lotta, manifestando di fronte alla Questura. "Siamo sull'orlo della disperazione - si sfoga Patrizia - siamo quasi tutte famiglie monoreddito e quel reddito ormai è solo l'assegno di cassa integrazione che ci arriva ogni4 mesie tra poco ci toglieranno anche quello". "A un operaio del cantiere stanno pignorando la casa perché non può più pagare il mutuo - racconta un'altra donna - siamo sull'orlo del baratro. Se l'azienda non dovesse fare un passo indietro siamo pronte a salire anche noi sulla nave, accanto ai nostri mariti".

"Quello che fa più male è l'indifferenza di questa città - commenta dalla petroliera Enrico Culcasi, operaio di 45 anni - dalle istituzioni ai cittadini ai sindacati, per tutti siamo invisibili. Dove sono i politici? Perché non si parla di noi a Palazzo d'Orleans? La proprietà del cantiere è della Regione, che la dà in concessione a Satin da anni. Sarebbe anche interesse delle istituzioni risolvere la questione, invece continuano a ignorarci".

E ogni sera, nella calma del porto, i 20 operai compiono il loro rituale: salgono sul ponte della nave e iniziano a battere con rabbia su dei fusti metallici, per richiamare l'attenzione di una Trapani che sembra averli dimenticati.

(03 dicembre 2011)


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