martedì 20 settembre 2011

Un Paese tra prostitute e sciacalli


Un Paese tra prostitute e sciacalli


L'Italia è nel mirino delle istituzioni sovra-nazionali (ovvero non elette da alcun cittadino europeo), in particolare di Standard & Poor's (S&P) e del Fondo Monetario Internazionale (FMI).
L'agenzia di rating S&P, che definisco "la prostituta finanziaria" (in compagnia delle altre due agenzie, Moody e Fitch), ha declassato il debito sovrano a breve e lungo termine portandolo da A+ ad A, e da A-1+ ad A-1. In sostanza una prostituta che si permette di reputare il proprio cliente impotente. Il declassamento, spiega S&P in un comunicato, "riflette la nostra visione di prospettive di crescita indebolita" per il Paese. 
Il FMI, lo "sciacallo dell'economia" (si nutre dei brandelli di carne rimasti delle carcasse già morte rappresentate dall'economia di certi paesi già in default), un'istituzione che invece di aiutare paesi in crisi finisce per aggravare la crisi degli stessi (oltre ad avere un sistema di votazioni esclusivamente ingiusto, che privilegia i Paesi maggiormente industrializzati), ha ben pensato di tagliare le sue stime sull'andamento del prodotto interno lordo italiano da +1,0% a +0,6% per il 2011 e da +1,3% a +0,3% per il 2012. 
Al di là dell'incompetenza dei nostri governanti (collusi e servi dell'oligarchia bancaria), siamo in pasto a usurai e burocrati e grazie a loro, da oggi, gli interessi sul debito italiano costeranno ancora di più (paghiamo già 80 miliardi di euro l'anno di interessi sul debito pubblico), poichè per rendere più "appetibili" i nostri bond sul mercato l'Italia sarà costretta ad aumentare il loro rendimento.
Non venitemi a dire che veniamo declassati perchè non c'è crescita; la mancanza di crescita non è una causa, semmai una conseguenza: l'economia vive in un contesto di sovrapproduzione, di tassazione, di evasione ed elusione...con un panorama simile che crescita economica si vuole mai auspicare? Nessuna.
Il vero problema è sempre quello che ripeto da anni ormai, ovvero lasciare la gestione della politica monetaria nella mani di istituzioni private (es. la Troika europea), invece di ripristinare la sovranità monetaria nelle mani dello Stato che provvederebbe a garantire un adeguato livello di spesa pubblica, beni e servizi necessari alla collettività, riducendo la tassazioni ai minimi termini. Solo così le imprese potrebbero respirare, aumenterebbe l'occupazione e i consumi potrebbero ripartire, mandando il Paese in crescita.
Finchè l'emissione monetaria non sarà gestita completamente dallo Stato, i tentativi di ridurre il debito, di aumentare la crescita, di offrire un adeguato livello di tassazione e di occupazione resteranno inutili. 


Signoraggio-News di oggi


A TERAMO CONVEGNO SUL SIGNORAGGIO E GIACINTO AURITI
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Signoraggio bancario, moneta, crisi economica, indebitamento nazionale: fenomeni ineluttabili o no? Ci sono altre vie che quelle imposte ai cittadini ...
SEI UN IDIOTA: questo video non è per te !
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Europa: l'eclisse della ragione e della democrazia
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PRESTO CONDONI E RIFORME PER IL BENE DEL PAESE


ECONOMIA. SCILIPOTI (MRN) –  PRESTO CONDONI E RIFORME PER IL BENE DEL PAESE

ROMA, 20/09/2011: “Il condono edilizio, il condono fiscale, il condono tombale delle cartelle esattoriali Equitalia; alla mia segreteria, a centinaia ogni giorno, arrivano richieste d’informazione di cittadini e imprenditori, anche disperati, in cui mi si domanda quando questi condoni diventeranno operativi”. L’On. Domenico Scilipoti, segretario politico del Movimento di Responsabilità Nazionale, parlando in questi giorni con tantissimi cittadini che ha incontrato nelle numerose conferenze organizzate su tutto il territorio nazionale, si è reso conto che milioni di cittadini, vogliono regolarizzare la loro posizione, edilizia e fiscale, tornando a respirare, sollevati dalla strozzatura economica di cartelle esattoriali inique. “Sono fermamente convinto che la prima cosa da fare sia quella di abbattere il debito pubblico con tutti i mezzi possibili, e i condoni possono aiutare le casse dello Stato. Ritengo, inoltre, che sia anche l’ora di svecchiare il Parlamento da chi, presente da oltre 20 anni, potrebbe essere soggetto a pressioni effettuate da lobbies”. Conclude l’onorevole Scilipoti -  le superiori ragioni mi spingono ad invitare fermamente il Governo a fare presto nel varare i condoni e le riforme strutturali da me ripetutamente portati alla ribalta, per il bene dell’economia e dei cittadini italiani”.

Segreti di Stati - Cap. 4 - strage di Bologna

(Segreti di Stati - torna all'indice)

Capitolo IV - La strage di Bologna

La mattina del 2 agosto 1980, salta in un attentato la stazione di Bologna: decine di morti e feriti. Nello stesso momento, a Malta, a La Valletta, Giuseppe Zamberletti fa parte della delegazione del Governo italiano che sta firmando un accordo con il primo ministro maltese Don Mintoff, un accordo con cui si garantisce la difesa della Repubblica di Malta contro ogni attentato alla sua sovranità ed autonomia. Malta in precedenza era stato un protettorato britannico. Giuseppe Zamberletti ci scriverà sopra un libro: "La Minaccia e la Vendetta", Franco Angeli Editore, Milano, 1995. Non è il caso di riassumerne il testo, tuttavia i nostri lettori meritano di conoscere i termini esatti degli accordi sottoscritti quel giorno, affinché ognuno possa trarre le sue conclusioni. Per lo meno, a differenza dei patti bilaterali che ci legano agli USA, questi accordi bilaterali non sono segreti. La domanda è: chi si era talmente arrabbiato da fare una strage, a causa degli accordi di Malta?

Documenti siglati a Malta il 2 agosto 1980

Dichiarazione del Governo della Repubblica italiana sulla neutralità di Malta

Il Governo della Repubblica italiana
Accogliendo con soddisfazione la Dichiarazione con la quale la Repubblica di Malta ha fatto conoscere, nell'esercizio della sua sovranità, di aver assunto uno status di neutralità; Prendendo nota di tale Dichiarazione che, di concerto col Governo della Repubblica di Malta, è incorporata alla presente Dichiarazione quale sua parte integrante e il cui testo è il seguente:
Il Governo della Repubblica di Malta
Fedele alla decisione del popolo della Repubblica di Malta di porre fine a tutte le basi militari straniere dopo il 31 marzo 1979 e di contribuire alla pace ed alla stabilità della regione mediterranea mediante un mutamento del ruolo di fortezza militare, innaturale per il suo paese, in un centro di pace ed in un ponte di amicizia tra i popoli dell'Europa e del Nord Africa;
Conscio dello speciale contributo che la Repubblica di Malta può dare a questo fine, assumendo uno status di neutralità rigorosamente fondato sui principi di non allineamento;
Consapevole dell'appoggio che gli stati mediterranei europei ed arabi vicini daranno al nuovo ruolo di Malta ed a tale status di neutralità;
1. Solennemente dichiara che la Repubblica di Malta è uno stato neutrale, che intende perseguire attivamente la pace, la sicurezza ed il progresso sociale fra tutte le nazioni aderendo ad una politica di non allineamento e rifiutando di partecipare ad alleanze militari;
2. Afferma che tale status comporterà, in particolare, che:
a) non sarà consentita l'esistenza di alcuna base militare straniera sul territorio maltese;
b) non sarà consentito ad alcuna forza militare straniera di usufruire in Malta di alcuna installazione militare salvo che a richiesta del Governo di Malta e solamente nei seguenti casi:
i) nell'esercizio del diritto naturale di legittima difesa, in caso di violazione armata dello spazio sul quale la Repubblica di Malta esercita la propria sovranità; nonché quando si tratti di dare attuazione a misure decise dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;
ii) oppure quando esista una minaccia alla sovranità, indipendenza, neutralità, unità od integrità territoriale della Repubblica di Malta;
c) salvo quanto sopra detto sul territorio maltese non verrà consentito l'uso di alcuna altra installazione in Malta in maniera tale od in misura tale da condurre alla presenza in Malta di una concentrazione di forze armate straniere;
d) salvo quanto sopra detto sul territorio maltese non verrà ammesso personale militare straniero, con l'eccezione di quello che stia eseguendo o stia assistendo l'esecuzione di lavori o attività civili e con l'eccezione di personale militare tecnico, in numero ragionevole, che presti assistenza alla difesa della Repubblica di Malta;
e) i cantieri della Repubblica di Malta saranno usati per scopi civili commerciali, ma potranno anche essere usati, entro ragionevoli limiti di numero e di tempo, per la riparazione di navi militari messe preventivamente in condizioni di non combattimento oppure per la costruzione di navi; in aderenza ai principi di non allineamento, l'uso dei cantieri della Repubblica di Malta sarà negato alle navi militari delle due superpotenze;
3. Esprime la speranza che da parte di stati mediterranei vicini siano fatte, di concerto col Governo della Repubblica di Malta, Dichiarazioni analoghe per recepire la presente Dichiarazione ed assumere impegni appropriati. Il Governo della Repubblica di Malta informerà ciascuno di tali stati delle Dichiarazioni fatte da altri stati.

1. Solennemente dichiara di riconoscere e rispettare la sovranità, indipendenza, neutralità, unità ed integrità territoriale della Repubblica di Malta, e di conformarvisi sotto tutti gli aspetti.
2. Si impegna in particolare:
a) a non intraprendere alcuna azione di sorta che possa in alcun modo, direttamente o indirettamente, mettere in pericolo la sovranità, indipendenza, neutralità, unità od integrità territoriale della Repubblica di Malta;
b) a non intraprendere alcuna azione di sorta che possa in alcun modo, direttamente o indirettamente, mettere in pericolo la pace e la sicurezza della Repubblica di Malta;
c) a non prendere in alcun modo parte ad alcuna azione di tale natura;
d) a non indurre la Repubblica di Malta ad aderire ad una alleanza militare, o a firmare un accordo di questa natura, o ad accettare la protezione di un'alleanza militare.
3. Invita tutti gli altri stati a riconoscere e rispettare la sovranità, indipendenza, neutralità, unità ed integrità territoriale della Repubblica di Malta, a conformarvisi sotto tutti gli aspetti ed ad astenersi dall'intraprendere qualsiasi azione che sia incompatibile con questi principi.
4. Si impegna a consultarsi, a richiesta del Governo della Repubblica di Malta o del Governo di uno degli stati mediterranei vicini autori di una dichiarazione analoga alla presente, con i governi della repubblica di Malta e degli altri stati suddetti ogniqualvolta uno di essi dichiari che esiste una minaccia di violazione od una violazione della sovranità, indipendenza, neutralità, unità ed integrità territoriale della repubblica di Malta.
5.1. Senza pregiudizio dell'applicazione dell'articolo 35 dello statuto delle Nazioni Unite, si impegna, quando si verifichino i casi previsti nel paragrafo 2 (b) della Dichiarazione maltese, ad investire o ad informare della situazione il Consiglio di sicurezza;
5.2. Si impegna altresì ad adottare, previa consultazione con gli stati suddetti, su richiesta della Repubblica di Malta, nei casi ed alle condizioni di cui al precedente paragrafo 4 della Dichiarazione italiana o nei casi di legittima difesa ed alle condizioni previste dall'articolo 51 dello statuto delle Nazioni Unite, ogni altra misura, non esclusa l'assistenza militare, che giudicherà necessaria per far fronte alla situazione.

6. Si riserva il diritto, nel caso ritenga che si siano prodotti cambiamenti che alterino sostanzialmente la neutralità della Repubblica di Malta, quale è prevista dalla Dichiarazione sopra riportata del Governo della Repubblica di Malta, di richiedere che abbiano luogo a tale riguardo consultazioni tra esso e i governi della Repubblica di Malta e altri paesi mediterranei vicini autori di una Dichiarazione analoga alla presente, e se, a seguito di tali consultazioni, ritenga che non sia assicurato il mantenimento della neutralità di Malta, può decidere di cessare di essere vincolato dalla presente Dichiarazione. Tale decisione sarà notificata alla Repubblica di Malta ed agli altri stati interessati.

Dichiarazione del Governo della Repubblica di Malta sulla neutralità di Malta

Il Governo della Repubblica di Malta
Fedele alla decisione del popolo della Repubblica di Malta di porre fine a tutte le basi militari straniere dopo il 31 marzo 1979 e di contribuire alla pace ed alla stabilità della regione mediterranea mediante un mutamento del ruolo di fortezza militare, innaturale per il suo paese, in un centro di pace ed in un ponte di amicizia tra i popoli dell'Europa e del Nord Africa;
Conscio dello speciale contributo che la Repubblica di Malta può dare a questo fine, assumendo uno status di neutralità rigorosamente fondato sui principi di non allineamento;
Consapevole dell'appoggio che gli stati mediterranei europei ed arabi vicini daranno al nuovo ruolo di Malta ed a tale status di neutralità;
1. Solennemente dichiara che la Repubblica di Malta è uno stato neutrale, che intende perseguire attivamente la pace, la sicurezza e il progresso sociale fra tutte le nazioni aderendo ad una politica di non allineamento e rifiutando di partecipare as alleanze militari;
2. afferma che tale status comporterà, in particolare, che:
a) non sarà consentita l'esistenza di alcuna base militare straniera sul territorio maltese;
b) non sarà consentito ad alcuna forza militare straniera di usufruire in Malta di alcuna installazione militare salvo che a richiesta del Governo di Malta e solamente nei seguenti casi:
i) nell'esercizio del diritto naturale di legittima difesa, in caso di violazione armata dello spazio sul quale la Repubblica di Malta esercita la propria sovranità; nonché quando si tratti di dare attuazione a misure decise dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;
ii) oppure quando esista una minaccia alla sovranità, indipendenza, neutralità, unità od integrità territoriale della Repubblica di Malta;
c) salvo quanto sopra detto sul territorio maltese non verrà consentito l'uso di alcuna altra installazione in Malta in maniera tale od in misura tale da condurre alla presenza in Malta di una concentrazione di forze armate straniere;
d) salvo quanto sopra detto sul territorio maltese non verrà ammesso personale militare straniero, con l'eccezione di quello che stia eseguendo o stia assistendo l'esecuzione di lavori o attività civili e con l'eccezione di personale militare tecnico, in numero ragionevole, che presti assistenza alla difesa della Repubblica di Malta;
e) i cantieri della Repubblica di Malta saranno usati per scopi civili commerciali, ma potranno anche essere usati, entro ragionevoli limiti di numero e di tempo, per la riparazione di navi militari messe preventivamente in condizioni di non combattimento oppure per la costruzione di navi; in aderenza ai principi di non allineamento, l'uso dei cantieri della Repubblica di Malta sarà negato alle navi militari delle due superpotenze;
3. Esprime la speranza che da parte di stati mediterranei vicini siano fatte, di concerto col Governo della Repubblica di Malta, Dichiarazioni analoghe per recepire la presente Dichiarazione ed assumere impegni appropriati. Il Governo della Repubblica di Malta informerà ciascuno di tali stati delle Dichiarazioni fatte da altri stati.

Protocollo relativo all'assistenza finanziaria, economica e tecnica tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Malta

Il Governo della Repubblica d'Italia
Il Governo della Repubblica di Malta
Animati dal desiderio di intensificare i loro rapporti amichevoli e di cooperare allo sviluppo reciproco ed alla sicurezza della loro regione hanno concordato quanto segue:

Articolo 1 - Il Governo della Repubblica italiana si impegna a fornire al Governo della Repubblica di Malta per un periodo di cinque anni a partire dal 1979 un contributo finanziario dell'ammontare di dodici milioni di dollari Usa all'anno.

Articolo 2 - Al fine di favorire e promuovere il progresso economico e sociale di Malta, il Governo della Repubblica italiana concederà, secondo le procedure di cui alla legge n. 38 del 9 febbraio 1979, al Governo della Repubblica di Malta un credito finanziario agevolato di quindici milioni di dollari Usa, destinato a progetti di sviluppo da individuare di comune accordo.

Articolo 3 - Nel quadro della collaborazione tra i due paesi, il Governo della Repubblica italiana contribuirà allo sviluppo economico e sociale, tecnico e culturale di Malta con la realizzazione di programmi di cooperazione, di cui alla legge della Repubblica italiana n. 38 del 9 febbraio 1979, per un ammontare di almeno quattro milioni annui di dollari Usa, da utilizzare entro il 1983. Mentre lo status dei cooperanti italiani a Malta e dei borsisti maltesi in Italia sarà garantito da apposite intese, il Governo della Repubblica di Malta assicurerà ogni opportuna collaborazione ai componenti organi italiani, affinché essi siano posti in grado di dare corso agli adempimenti di cui alla legge menzionata nel precedente capoverso.

Articolo 4 - Sarà provveduto da parte del Governo della Repubblica di Malta, in relazione a ciascun versamento del contributo finanziario previsto dall'articolo 1 del presente protocollo, a far pervenire al Governo della Repubblica italiana le indicazioni più appropriate circa le opere pubbliche ed i programmi economico-sociali di sviluppo, finanziati nel corso dell'anno col contributo predetto. Il Governo della Repubblica di Malta provvederà del pari a fornire, in relazione all'utilizzazione dei finanziamenti di cui al precedente articolo 2, la documentazione relativa ai singoli progetti o programmi tendenti a favorire ed a promuovere il progresso economico e sociale di Malta.

Articolo 5 - Allo scopo di facilitare la realizzazione degli obiettivi del presente protocollo, sarà costituita una Commissione mista, i cui membri saranno designati dai rispettivi ministri degli affari esteri. La Commissione si riunirà alternativamente a Malta ed in Italia almeno una volta all'anno ed ogni qualvolta lo si riterrà necessario.

Articolo 6 - Le modalità di attuazione del presente protocollo saranno regolate in base ad apposite intese concluse dagli organi tecnici dei due paesi.

Milano, 17 settembre: “Il Cantiere”, un centro Anti-Sociale

Il Bisbetico, 19 settembre 2011



“Il Cantiere” un centro Anti-Sociale


Cronistoria del boicottaggio dell’antibanks day del 17 Settembre 2011 

    L’antibanks day doveva essere una giornata mondiale di protesta contro le banche ed il debito pubblico, così anche in Italia come in tante altre piazza di tutto il mondo la protesta viene accolta e l’organizzazione inizia dopo le vacanze estive; dell’organizzazione fanno parte alcuni gruppi di facebook che per la prima volta (e forse anche l’ultima) provano a collaborare per il bene comune di un intero paese. L’organizzazione procede senza intoppi, gli invitati sono di tutto rispetto:
-          Avv. Pimpini, esperto di proprietà giuridica dell’Euro oltre che esser stato prima allievo poi collaboratore infine avvocato del professor Giacinto Auriti fondatore dell’università di Teramo e scopritore del valore indotto della moneta.
-          Domenico Longo, direttore del giornale “L’altra voce” oltre che organizzatore della manifestazione a Roma contro Equitalia e promotore della raccolta firme per la cancellazione del debito pubblico
-          Salvatore Tamburro, esperto di economia e scrittore
-          Cosimo Massaro, scrittore
-          Giulietto Chiesa, che tutti conosciamo per la battaglia che porta avanti contro le banche
-          Monni Ovadia, regista
La scaletta della manifestazione è stilata e tutti i partecipanti sono ben contenti di vedere sul palco personaggi di questo calibro, provenienti da strade politiche differenti ma con un unico scopo, la denuncia del signoraggio bancario.

 Arriviamo al 5 di Settembre, il cosiddetto “Centro Sociale Cantiere” occupa piazza Affari all’insaputa di tutti, con bandiere del sindacato USB ben in vista, d'altronde il giorno dopo, 6 Settembre, ci sarà lo sciopero generale indetto dalla CGIL, che come avete letto in questo post, non ha assolutamente preso posizione contro le banche e contro il sistema bancario. La pubblicità per il centro sociale è ottima, visibilità su giornali e tv. Dato che hanno deciso di fare questa azione, io come organizzatore mi reco nella piazza e lascio tutti i miei recapiti per poter organizzare una protesta che possa esser comune, nei giorni a seguire nessuno si fa sentire.

Passano i giorni e così arriviamo al 13 Settembre, 4 giorni prima della manifestazione e qui inizia l’operazione di boicottaggio da parte del Cantiere, a Milano in piazza dei Mercanti si tiene un’assemblea che ha il solo scopo organizzativo e non decisionale dato che la scaletta e il manifesto sono stati stilati e approvati da tempo, purtroppo non è così i “ragazzi” del Cantiere si presentano ad inizio assemblea in 5 tutti intenzionati a spostare l’attenzione sulla derivazione politica di alcuni relatori, tra cui Domenico Longo (ex di Forza Nuova) e l’avvocato Pimpini (tacciato di esser fascista solo perché avvocato di Auriti); inizia l’assemblea e cerco di introdurre il tema della manifestazione che è il signoraggio bancario e non la derivazione politica di alcuni relatori che sono invitati come esperti per portare le loro conoscenze ad un’intera piazza e forse ad un’intera città, vengo subito aggredito verbalmente e accusato di difendere dei fascisti, dopo di me parlano altre persone e guardacaso sono tutti “ragazzi” del Cantiere che usano la parola fascista e antifascista a ripetizione, quasi come il presidente del consiglio usa la parola comunista, così facendo riescono a piegare la mente già debole dei presenti all’assemblea che di colpo diventano tutti partigiani del ’45 e urlano e gridano per cacciare i fascisti dalla “loro” Milano, ma non finisce qui. Questi “autonomi” muniti tutti di Blackberry cominciano un giro di telefonate e pian piano piazza Mercanti si riempie di ragazzi che sembrano tutti uguali, quasi in divisa, e così in una convulsa e focosa assemblea si arriva ad un voto, molte persone impaurite dalle grida e dalle minacce verbali dei “Cantieristi” nei mie confronti e non solo abbandonano l’assemblea o si astengono dal voto per paura di essere identificati come fascisti perché questo è quello che fanno i “Cantieristi” se non sei d’accordo con loro sei fascista. Arriviamo al momento del voto, il centro sociale ormai ha in mano le redini dell’assemblea, non solo a livello verbale ma anche come numero, sono in netta maggioranza anche se alla domanda “Quanti sono del cantiere?” molti furbastri non alzano la mano per far sì che la votazione non venga farsata, si autovotano e così decidono di eliminare i due relatori, i più esperti in materia grazie al grido Antifascista, le povere pecorelle si fanno ingannare e votano per l’eliminazione. Questo è un atteggiamento molto grave per chi si vuole definire democratico, ovvero decidere in 23 per una manifestazione con 1500 partecipanti iscritti, non è possibile decidere anche per gli altri ma ormai hanno preso i monopolio e nessuno si azzarda a dire nulla per pura di ripercussioni fisiche, dato che sono molto bravi a minacciare sia verbalmente che fisicamente, lo voglio ribadire perché il sottoscritto è stato minacciato più volte sia al telefono sia in piazza.
Torno a casa e con me la mia ragazza, delusi amareggiati e tristi per ciò a cui abbiamo assistito e cominciamo un tam tam su facebook per denunciare l’accaduto, ovviamente il popolo di facebook si schiera dalla nostra parte ma quelli del Cantiere continuano con le loro urla “fascisti!” anche su facebook.

Passano pochi giorni, i relatori cominciano a contattare il sottoscritto e la sua ragazza (altra organizzatrice) dicendo che avevano dubbi sulla loro partecipazione, noi facciamo di tutto per garantire la presenza di tutti ma purtroppo perdiamo l’avvocato Pimpini che intelligentemente pensa al bene della manifestazione e non alla sua figura, un grande esempio di umanità. Le discussioni impazzano sulla rete e ovviamente si alzano anche i toni, ma rimane tutto lì.

E’ il 17 mattina, partiamo da casa mia in 5 verso piazza Affari, carichissimi e vogliosi di portare le nostre conoscenze a tutti, nonostante l’assenza dell’avvocato. Giungiamo in piazza verso le 9:30 della mattina e appena mettiamo piede all’interno della stessa ecco che un foltissimo gruppo di “Cantieristi” ci si para di fronte intimandoci di abbandonare la piazza e che se non l’avessimo fatto ci avrebbero buttato fuori con la forza. A questo punto la situazione rischia di degenerare, decido di parlare con la Digos che nel giro di pochissimo tempo ci da l’autorizzazione per utilizzare la centralissima piazza Fontana, dove possiamo continuare nel nostro intento, fare informazione sul signoraggio bancario. Allestiamo la piazza come possiamo e in maniera frettolosa, purtroppo colti così all’improvviso dobbiamo arrangiarci alla beneinmeglio. Nonostante la scarsa organizzazione riusciamo a raccogliere più di 400 firme per la cancellazione del debito pubblico, ma soprattutto riusciamo a perseguire il nostro scopo far parlare tutti i relatori. Per primo parla Chiesa, con un bell’intervento sulla sovranità monetaria, poi interviene Domenico Longo che spiega per bene il signoraggio bancario e così via tutti gli altri: Salvatore, Cosimo e anche Marzariol di Giustizia Monetaria. Finiti gli interventi è successa una cosa bellissima, ci siamo seduti tutti in terra ed abbiamo cominciato a ragionare sulle SOLUZIONI e non sui problemi, è stato fantastico vedere i passanti fermarsi ed ascoltare o partecipare attivamente.

E in piazza Affari cosa succede? Lì la manifestazione no ha scopo informativo sul signoraggio ma sull'antifascismo, con cartelli che occupano tutta la piazza, inoltre è invitata una signora anziana su sedia a rotelle a parlare di ciò che ha passato nei campi di concentramento, sarà anche lodevole sentir parlare questa vecchina, ma magari in un'altra occasione, ma il Cantiere vuole questo, portare la discussione su altro, sulla guerra tra poveri e capitalisti invece che spiegare alle persone come si crea il debito...Contenti loro...la piazza conta pochissime persone e quasi tutte appartenenti al Centro Sociale. Giunge voce di scontri e di violenze (ma questo non posso ancora confermarlo). 

In piazza Fontana la chiacchierata va avanti fino che il temporale non ci sorprende ma non ci diamo pervinti e ci spostiamo sotto i portici e aspettiamo Moni Ovadia altro invitato all’antibanks che ci raggiunge, ha le idee un po’ confuse sul signoraggio, glielo spieghiamo e ci promette che tra 3 mesi ci ricontatterà per darci ritorno sul suo approfondimento.

Mentre piazza affari si svuota dato che la sera allo stadio di Milano c’è una partita di calcio e al Cantiere c’è un concerto, piazza Fontana non  si ferma e i pochi superstiti vanno tutti insieme a mangiare poi si salutano e si danno appuntamento al prossimo incontro.

Riflessione: dato che il Cantiere ci ha tenuto così tanto a boicottare la manifestazione un dubbio mi sorge: hanno un affitto da pagare chi li aiuterà in questo? Un partito di estrema sinistra oppure una banca? Li ho visti con ogni sorta di computer all’ultimo grido, può un Centro Sociale che si definisce autonomo permettersi tutto questo? Oltretutto, secondo voi com’è possibile che siano riusciti ad occupare un palazzo di un’agenzia di rating in 7 persone senza che nessuno li fermasse oltretutto facendosi filmare in diretta?!?!? Possibile davvero?!?! Quello che vedete nel video è Leon il "capoccia" del Cantiere, colui che ha rivolto minacce a chiunque! Secondo me c’è sicuramente qualcuno che tira i fili di questi gioppini che si credono nuovi rivoluzionari solo perché indossano una maglietta rossa con la falce e il martello.

In tutto questo devo ringraziare, tutti i relatori presenti in piazza, tutti i partecipanti ma soprattutto e per una volta mi sembra doveroso farlo, ringraziare la Digos che ha permesso il pacifico svolgimento della manifestazione e oltertutto ha anche partecipato attivamente alle discussioni. Lo spirito di unione di intenti era vivo in quella piazza e sono molto felice di aver promosso una manifestazione che potrebbe essere il primo mattoncino per una Milano finalmente diversa, senza più padroni e senza più schiavi, solo popolo pronto a ribaltare il sistema in maniera pacifica e determinata.  

Dato che la diatriba si è svolta intorno a queste due parole ricordiamo la loro definizione:
Fascismo: Secondo l'ideologia fascista, una nazione sarebbe una comunità che richiede dirigenza forte, identità collettiva e la volontà e capacità di esercitare la violenza per mantenersi vitale. Per l'ideologia fascista la cultura è creata dalla società nazionale collettiva, dando luogo ad un rifiuto dell'individualismo; il fascismo nega inoltre l'autonomia di gruppi culturali o etnici che non sono considerati parte della nazione fascista e che rifiutano di essere assimilati: questo in tutte le realizzazioni storiche del fascismo è stato applicato nei confronti di minoranze etniche o religiose, in particolare quella ebraica. L'ideologia fascista sostiene l'idea di uno Stato a partito unico e vieta qualunque opposizione al partito stesso.
   Comunismo: Dall'aggettivo latino commūnis (comune, pubblico, che appartiene a tutti, ma anche neutrale, imparziale, equilibrato), anch'esso di molteplice significato, il termine comunismo è stato variamente interpretato nel corso della storia, spesso portando a situazioni politicamente conflittuali tra differenti visioni dello stesso. In senso strettamente politico il termine è stato impiegato nel XIX secolo come sinonimo di socialismo, anche precedentemente all'utilizzo fattone da Marx.
I regimi del socialismo reale che si sono affermati nel corso del XX secolo, hanno quasi sempre invariabilmente perseguitato tutti i comunisti non allineati all'assolutismo del regime. Le pratiche comuniste sono presenti nel corso degli eventi della storia umana, ben prima che l'uso del termine privilegiasse l'accezione prevalentemente marxista dello stesso.



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