domenica 16 ottobre 2011

Governo e Black Bloc, la doppia provocazione


16 Ottobre 2011

Governo e Black Bloc, la doppia provocazione contro gli indignati

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Voglio prima di tutto complimentarmi ed esprimere la mia affettuosa vicinanza agli agenti delle forze dell'ordine, la cui perizia e il cui senso della misura hanno impedito che ieri una situazione drammatica degenerasse in tragedia.
Subito dopo voglio esprimere piena solidarietà a quel 99% di manifestanti che, nonostante una situazione di grande tensione e rabbia ha rifiutato e respinto le provocazioni. Non oso pensare a cosa sarebbe successo se ieri ad abbandonarsi alla violenza, invece di un migliaio di delinquenti, fossero state le centinaia di migliaia di giovani che hanno invece manifestato pacificamente.
Le malefatte di pochi delinquenti, però, non devono oscurare, come purtroppo sta succedendo, le giuste ragioni della protesta pacifica della grande maggioranza dei manifestanti.
Ma mi chiedo, e chiedo al governo e alle autorità competenti, come sia stato possibile che poche centinaia di teppisti abbiano potuto agire indisturbati per ore fino a che non sono riusciti, alla fine, a ottenere quello che cercavano, coinvolgendo negli incidenti molti altri manifestanti. Non voglio neppure pensare che dietro questa incomprensibile strategia ci fosse la scelta precisa di fare in modo che la manifestazione degenerasse per conquistare un argomento di facile propaganda politica.
I violenti devono essere isolati e puniti. Ma sarebbe anche sbagliatissimo sottovalutare il senso di disperazione che sta crescendo soprattutto tra i giovani nel nostro Paese. Se non riusciamo a offrire rapidamente uno sbocco pacifico e democratico a quella frustrazione sarà molto difficile evitare che imbocchi la strada della rivolta sociale.
Un governo che compra voti alla luce del sole, che combatte ogni giorno contro la legalità, che presenta al mondo un quadro desolante di corruzione, è l'opposto esatto di quel che servirebbe per offrire alla rabbia dei giovani una speranza e uno sbocco politico. Anzi, i suoi atteggiamenti sono una vera e propria provocazione che alimenta chi ieri ha messo a ferro e fuoco la capitale. 
Postato da Antonio Di Pietro

Dalla presa della bastiglia alla rivolta degli indignati


Dalla presa della bastiglia alla rivolta degli indignati?

Paperblog, 16 ottobre 2011 da Tnepd
Dalla presa della bastiglia alla rivolta degli indignati?
Dalla presa della bastiglia alla rivolta degli indignati?
La rivoluzione francese, dopo un confuso periodo di “rivolte popolari” (nel senso quantomeno che coinvolsero ampi strati della popolazione e che a combattere ed a morir furono per lo più persone appartenenti alle classi più povere portò in dittatorale direttorio) dopo continui ribaltamenti degli equilibri di potere e sanguinosi ricambi della classe dirigente, si arrivò prima alla dittatura del direttorio e poi addirittura all’impero di Napoleone. E se la repubblica francese dovette impegnarsi in diverse guerre contro i paesi vicini, l’impero di Napoleone fu responsabile di una serie ininterrotta di azioni di guerra che misero a ferro e fuoco mezza Europa.
Dalla presa della bastiglia alla rivolta degli indignati?
Napoleone
Dalla presa della bastiglia alla rivolta degli indignati?
George Washington
Alla fine dopo tante tribolazioni il popolo francese, si ritrovò ancora alla mercè di una oligarchia che lo dominava e c’è da chiedersi se al di là di tante dichiarazioni di intenti e di sbandieramento di principi di libertà uguaglianza e fraternità (o fratellanza?) sia possibile che un popolo intero, una volta toccata con mano una (vera o presunta) libertà riesca a farsi fregare nuovamente da una minoranza di persone più ricche, più potenti e più furbe. Se veramente è stato il popolo a ribellarsi spontaneamente, come mai non si è ribellato ancora quando ha visto le sue conquiste andar ein fumo?
O forse non dovremmo pensare che dietro le “rivolte popolari” c’era una regia occulta che ha sobillato e diretto le masse affinché destabilizzassero il vecchio sistema per instaurarne uno nuovo e più funzionale alle esigenze di una certa élite economica (la ricca borghesia e la classe dei banchieri)? E’ davvero tanto eretico pensare che il popolo sia stato utilizzato come carne da macello prima nelle rivolte e poi nelle guerre vista la fine che hanno fatto la libertà e l’uguaglianza tanto sbandierate? Leggiamo ciò che dice al riguardo lo storico Paolo De Bernardi nel suo ottimo libro La storia governata dai banchieri a pagina 17: “… Gli Illuministi furono le mere casse di risonanza della nuova forma di potere che per prima aveva attecchito in Inghilterra ( il potere dei padroni del denaro ); infatti furono tutti esaltatori del liberismo inglese quale miglior forma di governo possibile … Una delle più importanti riforme dell’ Assemblea costituente della prima fase della Rivoluzione Francese, fu quella di abolire su tutto il territorio di Francia il sistema degli “open fields”, per consentire quel possesso assoluto della terra che si esplica nella recinzione. Tanto audace fu nelle riforme questa borghesia rivoluzionaria, ma non tanto da cancellare il Debito Pubblico della Francia monarchica, che verrà onorato con guerre ed espropri, ma non certo cancellato per non far dispetto a quei prestasoldi che di questa rivoluzione si fecero sponsor. Pensate: hanno rivoluzionato il calendario, riconvertito le chiese, risuddiviso il paese in dipartimenti, aboliti dazi, dogane, rivoluzionato l’ abbigliamento, l’ esercito … ma l’ unica cosa che non hanno toccato e che gli storici si guardano bene dal ricordare è il debito pubblico.”  [il grassetto è stato aggiunto dall'autore del blog] Del resto è possibile che tutte o quasi tutte le rivoluzioni siano così sfortunate da generare alla fine un potere persino più dispotico ed oppressivo di quello di cui ci si voleva liberare? La rivoluzione russa del 1917 portò alla fine ad un governo dittatoriale e oligarchico semplicemente spaventoso, nel quale una delazione, un semplice sospetto, poteva significare il campo di concentramento, la deportazione, la tortura e finanche la morte. Al regime non certo benevolo dello zar si sostituì un regime falso e ipocrita e criminale, che mandò a morte un numero imprecisato di innocenti cittadini che si stima quantomeno superiore ai tre milioni di persone, anche perché tiene conto non solo delle persone morte nei campi di concentramento, ma anche di quel mezzo milione e più di Kulaki morti nel corso del sanguinoso processo di collettivizzazione dell’agricoltura. Possiamo ancora dire che fu un semplice caso che pure il popolo russo, come quello francese, alla fine della rivoluzione, invece che pessere più libero si ritrovò ai polsimanette ancora più strette di quelle di prima?
 
Dalla presa della bastiglia alla rivolta degli indignati?
Lenin
Dalla presa della bastiglia alla rivolta degli indignati?
Marx
Sarà un caso che Karl Marx usa simboli massonici al pari di Lenin, Napoleone, Washington … ? E sarà un caso che il sito rudepravo che difende il comunismo sovietico dalle “infami accuse” negando i fatti sopra riportati (e testimoniati fra gli altri dal notissimo scrittore Aleksandr Solženicyn) ha bene in evidenza un simbolo massonico come logo di un suo aministratore? Del resto la La rivista “Hiram”, organo ufficiale del Grande Oriente di Italia, ci dice che Marx era membro della loggia Apollo di Colonia.
Dalla presa della bastiglia alla rivolta degli indignati?
Arrivati a questo punto che cosa possiamo pensare della “rivoluzione degli indignati” del popolo che “occupa wall street” e di altri movimenti che si sviluppano in maniera così rapida di fronte ai nostri occhi? Se al telegiornale sentiamo dire che questi gruppi si ispirano alla “primavera araba“, notoriamente manovrata dai servizi segreti USA e palesemente appoggiata da Obama e se li sentiamo nominare come “indignati”, e se ricordiamo quello che è realmente il movimento degli indignados spagnoli non ci restano più dubbi: la storia si ripete. Del resto come la rivoluzione francese non toccò i privilegi dei banchieri e non abolì il debito nei loro confronti, così le rivolte odierne non mettono in discussione il signoraggio.
E che dire del fatto che il giorno prima della manifestazione internazionale degli indignati i membri di AlbaMediterranea sono andati davanti bankitalia per parlare di signoraggio e raccogliere le firme per la cancellazione del debito pubblico (proposta da Domenico Longo) e glielo hanno impedito accusandoli di essere “fascisti” se parlano di signoraggio?

Ulteriori approfondimenti nei seguenti articoli:
Il 15 ottobre 1987 hanno ammazzato il presidente Thomas Sankara. Sapete perché? Perché voleva eliminare il debito dal suo paese, il Burkina Faso. Questo è il suo ultimo discorso alle Nazioni Unite.
professore emerito di economia dell’Università di Roskilde parla del signoraggio
la saga degli indignati
http://lalternativaitalia.blogspot.com/2011/10/la-prova-che-la-manifestazione-del-15.html

Anche il liceo ‘Rummo’ aderisce alla manifestazione

Il Quaderno.it, 16/10/2011 :: 13:56:1

Anche il liceo ‘Rummo’ aderisce alla manifestazione degli indignatos




Anche gli studenti del Liceo “G. Rummo” di Benevento sono intervenuti in relazione alla protesta tenutasi a Roma ieri, da parte degli ‘indignatos’. “La protesta mossa questa mattina da parte degli studenti del “Rummo” è parsa tutt’altro che una delle solite proteste ottobrine. Si è iniziato con un sit-in e poi la mobilitazione si è trasformata in un dibattito costruttivo tra tutti gli studenti. Tra i temi trattati, anche quello del signoraggio monetario alla ricerca di una soluzione utile perché, ciò che oggi nasce al “Rummo” non muoia qui, ma si espanda e coinvolga tutti, studenti e non. Non è un semplice movimento scolastico – si legge nella nota - , non è una ragazzata. Quello che è successo allo liceo Runno manifesta la determinazione di ragazzi liceali, cercando una collaborazione con tutte le parti scolastiche, tra Docenti, Dirigente, Personale ATA e di segreteria. La protesta che si è mossa questa mattina al Liceo “G. Rummo” vuole coinvolgere tutti, poiché interessa tutti”.

CRIMINALI SPONSORIZZATI DALLE LOBBIES BANCARIE



ECONOMIA. SCILIPOTI (MRN): PICCOLI CRIMINALI SPONSORIZZATI CON CAUTELA ANCHE DALLE LOBBIES BANCARIE?



ROMA, 16/10/2011: “E’ perfettamente comprensibile la rabbia degli onesti cittadini, chiaramente dovuta al furbesco comportamento di certi banchieri che, con l’adozione di contratti con anatocismo, illegittimi interessi ultralegali e spesso usurari, solo nell’ultimo trentennio hanno sottratto illegittimamente agli Italiani circa 50 miliardi di € causando, attraverso una dittatura finanziaria, il dilagare della crisi economica e la perdita di tanti posti di lavoro”. Così l'On. Domenico Scilipoti, leader del Movimento di Responsabilità Nazionale, in riferimento a quanto accaduto ieri, nella capitale e in tutta Italia. Il 5 febbraio 2011 a Roma, il deputato MRN con i suoi collaboratori tecnici del settore aveva illustrato al Presidente del  Consiglio dei Ministri On. Silvio Berlusconi i dati di tale scempio ed il rimedio  da attuarsi attraverso un possibile speciale dipartimento o missione per la risoluzione delle criticità bancarie e consumeristiche, (per il quale il Presidente  del Consiglio aveva mostrato disponibilità per un’eventuale realizzazione), indicando  prudenzialmente in 40 miliardi di €  gli indebiti bancari da rendere alla collettività produttiva nazionale. “Con queste risorse, delle quali almeno un 30% a beneficio dell’Erario, il sistema Italia avrebbe potuto contare sul necessario per lo sviluppo e, soprattutto, avrebbe dato un chiaro messaggio di riconciliazione tra  alcuni banchieri predoni e la collettività nazionale. Dopo pochi giorni, invece, anziché avviare un confronto e dialogo su come porre in essere il meccanismo di restituzione dei 40 miliardi di € senza appesantire i bilanci bancari diluendone l’onere in almeno un decennio,  l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) ha messo in moto il lobbismo  parlamentare trasversale più sfrenato  per calare dentro al Decreto mille proroghe, approvato il 25 febbraio 2011,  la norma che camuffa e mantiene l’anatocismo”. L’on. Scilipoti con i suoi tecnici, nonostante le piccole divergenze con il Ministro Tremonti,  è riuscito solo  a far approvare un Ordine del Giorno riparatore,  il n. 9/04086/263,  che non ha ancora avuto seguito. Nel frattempo la possibile realizzazione del dipartimento o missione per la risoluzione delle criticità bancarie e consumeristiche proseguiva  e prosegue con la continua lotta all’USURA bancaria portata avanti dall’On. Scilipoti ed dal suo Forum Nazionale Antiusura Bancaria. “Intanto, in occasione del decreto sviluppo di maggio 2011, il lobbismo dell’ABI ha praticamente portato il Governo ad aumentare di quasi il 2% le soglie dei tassi usurari in modo che le Banche potessero  praticare interessi più elevati alla clientela e sanare le malefatte passate”. Continua l’On. Scilipoti: “Pur in temporanea divergenza col Ministro Tremonti, ho ancora contribuito a mantenere la legislatura votando la fiducia ed ottenendo un altro Ordine del Giorno riparatore, stavolta, col voto palese anche dell’ IDV, non votato né dall’UDC, né dal FLI e neppure da PD”. “Ora i banchieri non si meraviglino se le loro vittime si ribellano ed esprimono rabbia che, purtroppo, sta degenerando. L’attuale onda di  sommossa sociale contro le banche  - prosegue il deputato MRN - richiede un atto immediato di contrizione della coscienza del potere bancario nazionale e, previa rimozione o rimodulazione  delle norme salvabanche immesse nel decreto Milleproroghe e nel decreto Sviluppo,  porre in  essere quel processo di restituzione di una parte degli indebiti bancari quali risorse per attuare lo sviluppo senza mortificare quel 99% che oggi si ribella. Stiamo studiando, assieme ai miei collaboratori tecnici di settore, come il sistema creditizio può acquisire almeno una parte dei circa 40 miliardi di € di  risorse e diluirne l’impatto sui loro bilanci nei prossimi dieci anni. Nel frattempo - conclude l’On. Scilipoti (MRN) –  vanno sì condannati i violenti, infiltrati non solo dalle lobbies bancarie,  tra i manifestanti indignati di destra e di sinistra che, giustamente, hanno pacificamente esposto le loro ragioni, ma una condanna quasi senza appello va indirizzata a chi ha già solo pensato di tagliare i soldi alle forze dell’ordine, che sono, oggi, una delle ultime barriere a difesa  della democrazia e dello Stato”.


DAGOSPIA sul 15 ottobre Global Day Action (OWS)


1- ANCHE GLI INCAPPUCCIATI, A MODO LORO, HANNO VOTATO LA FIDUCIA AL GOVERNO - 2- DALL’ALTRA PARTE DELLA BARRICATA: TRE VIDEO MESSI SU YOUTUBE DAI BLACK BLOC - (COME DISTRUGGERE UNA BANCA IN MENO DI UN MINUTO, LA GIOIA ALL’ESPLOSIONE DEL BLINDATO DEI CARABINIERI; CARICA DELLA POLIZIA E REAZIONE A COLPI DI BOMBE CARTA) - 3- SUL “CORRIERE” MUCCHIETTI SPUTTANA LA SOLIDARIETÀ PELOSA DEI DRAGHI INDIGNADOS - 4- “NEL 1977, GLI STUDENTI CACCIARONO IL SEGRETARIO CGIL LUCIANO LAMA DALLA SAPIENZA. OGGI I RAGAZZI SEMBRANO PREOCCUPARSI PIÙ DEL MODELLO SOCIALE DEL CAPITALISMO FINANZIARIO CHE DELLE CONVULSIONI DI BERLUSCONI A MONTECITORIO. COME FU PER LA CGIL, ANCHE PER LA BANCA D'ITALIA È FINITA L'ETÀ DELL'INNOCENZA?” - 5- DOV’ERA DRAGHI QUANDO “SI AUTORIZZAVANO LE BANCHE A RIDURRE IL CAPITALE PER PREMIARE I SOCI CON DIVIDENDI STRAORDINARI E I MANAGER CON BONUS, SALVO SCOPRIRE POI CHE IL CAPITALE È INSUFFICIENTE A FAR CREDITO ALL'ECONOMIA, E CIOÈ A CREARE LAVORO?" -

1- FIDUCIA
Jena per La Stampa
 - Anche gli incappucciati, a modo loro, hanno votato la fiducia al governo.
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2- DALL'ALTRA PARTE DELLA BARRICATA: TRE VIDEO MESSI SU YOUTUBE DAI BLACK BLOC
Tre video girati da operatori amici degli sfasciatutto, dall'altra parte della barricata. Sono stati messi su youtube e su siti dei centri sociali. Nel primo video c'è il boato da stadio e la gioia all'esplosione del blindato dei carabinieri; nel secondo una carica della polizia e la reazione a colpi di bombe carta; nel terzo una lezione su come distruggere una banca (in questo caso all'incrocio tra via Labicana e via Merulana) in meno di un minuto netto.

1- http://www.youtube.com/watch?v=EiypuxD_4_8&feature=player_embedded
2- http://www.youtube.com/watch?v=c05taC6y7kg

3- http://www.youtube.com/watch?v=CrN8AXSoj9E
 

3- FINANZA E BANCHIERI E I FUOCHI DI ROMA
Massimo Mucchetti per il Corriere della Sera
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Nei giorni scorsi, mentre Mario Draghi esortava il governo a lavorare per dare un futuro ai giovani, gli indignados contestavano la Banca d'Italia, la Goldman Sachs e l'agenzia di rating Moody's. E il governatore ha manifestato comprensione per i giovani condannando però duramente le violenze di ieri. Ma ieri a Roma è stata la rivolta contro la finanza. Ora la domanda è: bastano i fuochi della capitale a esonerare l'establishment dal confronto con gli indignados riducendo un fenomeno internazionale a un affare di polizia?
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Nel 1977, gli studenti romani cacciarono Luciano Lama dalla Sapienza. Erano poche centinaia, ma interpretavano un disagio diffuso che Cgil e Pci non rappresentavano più. Il gesto aveva perciò una forza simbolica e influenzò la contesa politica. Fino al terrorismo.
Nell'età repubblicana, il coro degli omaggi, non di radi ipocriti, alla Banca d'Italia non è mai stato interrotto dall'urlo del malcontento sociale, meno che mai da quello dei giovani. Adesso accade. A opera di ragazzi che sembrano preoccuparsi più del modello sociale del capitalismo finanziario che delle convulsioni di Berlusconi a Montecitorio. Come fu per la Cgil, anche per la Banca d'Italia è finita l'età dell'innocenza?
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Se così è, il governatore potrebbe dare un seguito all'apertura di ieri rinunciando per una volta a parlare ex cathedra per scendere tra i banchi, tra chi non capisce le scelte delle banche centrali, compresa la nostra. Ai governatori, del resto, non tocca guidare le democrazie, ma render conto delle loro scelte professionali funzionali al potere finanziario contestato.
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Ne indico tre: a) come mai fino al 2008, si autorizzavano le banche a ridurre il capitale per premiare i soci con dividendi straordinari e i manager con i bonus, salvo scoprire poi che il capitale è insufficiente a far credito all'economia, e cioè a creare lavoro; b) perché si promuovevano fusioni che asciugano la concorrenza e generano colossi troppo grandi per fallire e per essere salvati, congelando così l'economia reale; c) perché, ancor oggi, ci sono banche come la franco-belga Dexia (che in Italia ha potuto prendersi il Crediop) che saltano pur avendo superato brillantemente i recentissimi stress test dell'European Banking Authority e avendo un capitale in teoria più che abbondante.
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Sembra tecnica, ma è la tecnica del potere. Dexia è l'ultimo esempio degli equivoci del nostro tempo. Il suo capitale è ridicolo rispetto agli attivi e altissimo rispetto agli stessi attivi ponderati per il rischio secondo i criteri di Basilea. Il difetto, evidentemente, sta nella ponderazione, fatta senza troppo curarsi dei pericoli impliciti nel finanziare la speculazione sui titoli e il credito a lungo termine con la raccolta a breve, meno onerosa ma più volatile.
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Un rischio preso per sete di denaro e di potere: la stessa bramosìa che ha trainato l'Occidente verso l'attuale palude. Un rischio chiaro da sempre agli animi prudenti e chiarissimo a tutti dal dicembre 2007, quando fallì la Northern Rock. Che cosa aspettano banche centrali e governi a porvi rimedio? Non vorremmo che i regolati avessero già catturato i regolatori, tutti figli della stessa cultura.



[16-10-2011]
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