martedì 12 marzo 2013

L’agenzia di certificazione Fitch ha declassato l’Italia


JUNK! A un passo dalla spazzatura.

 Fitch BBB+ Loretta Napoleoni Byoblu Claudio Messora

 di Loretta Napoleoni, Byoblu

 L’agenzia di certificazione Fitch ha declassato l’Italia a BBB+, una sigla che solo gli addetti ai lavori capiscono pienamente. A noi basta sapere che siamo ad un passo dal giudizio ‘spazzatura’, la certificazione junk, quella che si dà ai paesi senza speranza. Quali i motivi e le conseguenze per noi italiani?



 Con un debito pubblico superiore a 2 mila miliardi ed un’economia che si e’ contratta complessivamente del 2,6 per cento nel 2012 e del 2,8 nell’ultimo trimestre del 2012, non si capisce bene come il paese riuscira’ a servire questo debito. Nel rapporto di Fitch non si parla esplicitamente del Fiscal Compact, ma e’ chiaro che questo pesa sulle aspettative future. Se bisogna scorporare dalla spesa pubblica ogni anno 50 miliardi di euro e’ chiaro che l’impatto sull’economia sara’ negativo. Ed infatti le previsioni di Fitch sono per un’ulteriore contrazione del Pil nel 2013, probabilmente pari al 2 per cento.

 La recessione si fa sentire anche sul mercato azionario italiano. Le quotazioni delle nostre imprese sono scese del 10 per cento dal picco registrato nel gennaio del 2013, mentre l’interesse sulle obbligazioni decennali (4,64%) è salito ed è arrivato quasi ai livelli di quelle spagnole (4,76%). Nel giro di qualche settimana insomma il costo del finanziamento del nostro debito è aumentato di un punto percentuale. Domani, all’asta dei 5 miliardi di euro indetta del Tesoro, questo potrebbe anche superare quello spagnolo.

 Tra i motivi del declassamento c’e’ anche l’incertezza politica a seguito delle elezioni. Fitch non si esprime a riguardo, ma e’ chiaro che le aspettative erano per una vittoria congiunta Bersani-Monti e per la creazione di un governo molto simile a quello tecnico dello scorso anno. Assurdo? Come si fa a vedere positivamente un governo che nel 2012 ha fatto peggiorare tutti gli indicatori economici? La risposta e’ semplice: tale governo garantisce che la gestione della crisi sia nelle mani giuste: BCE, Unione Europea e Consiglio d’Europa. L’Italia cosi’ guidata finirebbe come la Grecia, una nazione certamente declassata a livello di spazzatura, che però non ha prodotto la temutissima implosione dell’euro.

 E veniamo alle conseguenze del declassamento per noi italiani. La piu’ importante è l’ulteriore contrazione del credito. Le banche italiane faticheranno sempre di più a raccogliere denaro perchè gli investitori stranieri saranno sempre più reticenti ad investire in Italia. Nel rapporto di Ficth si parla anche di fuga di capitali dall’Italia, di risparmiatori ed investitori che hanno portato le proprie ricchezze fuori, di contrazione della raccolta del risparmio e di un aumento dei fallimenti.

 Eppure, nonostante questo scenario drammatico non si e’ verificata quell’isteria che ha caratterizzato l’autunno del 2011, quando il costo del finanziamento del debito pubblico e’ arrivato al 7 per cento. Perche’? Perche’ esistono alcune valvole di sicurezza che allora non esistevano: il fondo salva stati e la garanzia della BCE che fara’ di tutto per tenere basso il costo del finanziamento. Ma si tratta di valvole che nessuno ha ancora testato.

 Funzioneranno? Lo sapremo a breve, perche’ nei prossimi mesi dovremmo usarle.

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