giovedì 31 ottobre 2013

Incroci, parallelismi e subordine

Di Nicoletta Forcheri  22 ottobre 2013 http://www.stampalibera.com/?p=67565&print=1
E mo’ me lo voglio togliere un sassolino.
All’epoca avevo fatto un’indagine, mai scritta né pubblicata, in seguito a un report della Gabanelli sullo scandalo dei rifiuti nei campi flegrei e litorale domizio attorno a Napoli.


Avevo già scoperto da tempo che funziona così: una ditta riceve la commessa e poi da in subappalto alla mafia, la quale viene incriminata di tutti i mali. 

In realtà succedette così: la Jacorossi Imprese SpA riceve la commessa dalla Regione Campania (nel 2001) con tanto di finanziamento, 117 di milioni di euro, e un capitolato: assumere 380 lavoratori socialmente utili per bonificare i terreni dei campi flegrei e litorale domizio, e per organizzarne la raccolta (http://www.caleno24ore.it/wordpress/1503/la-controversa-storia-della-jacorossi-la-societa-proprietaria-dellilside.html).

La Jacorossi che fa? Assume i 380 lavoratori costringendoli a incrociarsi le braccia e dopo cinque anni li licenzia, in barba alla convenzione. Non organizza la raccolta e non bonifica i terreni, anzi subappalta a ditte più o meno mafiose per inquinare ancora di più i terreni.
Piccolo hic: la Gabanelli aveva omesso di dire che subito dopo avere ricevuto la commessa dalla Regione Campania, praticamente nello stesso anno 2001, la Jacorossi Imprese SpA, controllata della Fintermica Spa della famiglia Jacorossi, costituiva prima una impresa comune con una controllata di Gaz de France (appartenente al governo francese) tramite la sua filiale, la Cofathec Servizi: la Cofathec  & Jacorossi Progetti Spa, e poi tale impresa comune veniva acquisita per oltre il 50% da Cofathec Servizi nel 2003, e cioé la Francia che ne acquisisce il controllo almeno al 75% (delibere AGCM http://www.agcm.it/concorrenza/concentrazioni/open/41256297003874BD/5C01FB5B3C1560F4C1256B020039B99C.html [1] ehttp://www.agcm.it/concorrenza/concentrazioni/open/41256297003874BD/6CF7E4F4147640F9C1256CC20044A57E.html [2]).

Onde per cui era la Francia che controllava quell’impresa che inquinava i terreni attorno a Napoli intascando i nostri fondi pubblici e utilizzando la nostra “mafia locale” per portare a termine questo lavoro criminoso, criminale e assassino. Piccolo dettaglio “strano”: la Jacorossi, si legge nella delibera dell’impresa comune, cede i suoi asset materiali e immateriali siti in Italia e in Israele… Cioè per ordine decrescente di responsabilità: Francia, Jacorossi, politici e, in subordine, mafia.
Delle 350 mila tonnellate di rifiuti tossici solo 40 mila furono trasportati per essere infoiati tra Napoli e Caserta nel modo descritto dal Casalese in questo articolo, http://www.cronacaflegrea.it/pozzuoli-rifiuti-tossici-seppelliti-ho-detto-dove-stanno-ma-non-bonificano-perche-costa-troppo/. In subordine: la mafia manovalanza della Francia.
Cofathec Servizi, che all’epoca era una controllata di Gaz de France e che acquisisce la Jacorossi Imprese,   adesso è scomparsa in Cofely, dopo essere diventata una controllata del gruppo nato dalla mega fusione dei franco-rotti GAZ DE FRANCE SUEZ. Tale fusione fu autorizzata dall’antitrust di Bruxelles in barba a qualsias buonsenso, logica e normativa antitrust, nel 2008. Si può quindi pacificamente affermare che l’aumento di mortalità dovuto a tumori, malformazioni e malattie degenerative nei terreni inquinati “dalla mafia” non fu solo colpa di mafia e politici camerieri, ma sicuramente del governo francese che schermato dalle scatole cinesi operava nell’ombra, e che all’epoca della commessa era un grosso player della impresa comune Jacorossi Imprese/Cofathec.

Presumibilmente i Rothschild subentrano poi, quando le malefatte sul terreno sono state fatte e per inciso i terreni sono diventati a buon mercato, sempre che Albert Frère, loro fedele alleato, sia il loro effettivo prestanome (in GDF – Suez). Infatti Albert Frère, che è l’azionista di riferimento del colosso nato dalla mega fusione Gaz de France Suez avvenuta nel 2008, condivide (?) con i Rotschilds la proprietà del castello vitivinicolo Domaines Lafite Rothschilds…notoriamente dei Rothschilds…ma dichiaratamente di Albert Frère: che fanno, i rotti, prestano la proprietà come fa la regina d’Inghilterra che dopo cent’anni se la riprende? La catena di comando invisibile è quindi: i Rothschilds – “invisibili” proprietari di Domaines Lafite, Albert Frère, “prestanome” o fedele alleato in GDF Suez (controllante la Jacorossi?, la Francia, la Commissione UE che ha permesso la fusione, Jacorossi Imprese (e famiglia Jacorossi), i politici e, in subordine, la “mafia”. A livello dei politici si può tranquillamente aggiungere la magistratura bancaria che non fa il suo dovere esattamente come i giornalisti non fanno le indagini.


LafiteRotschildAlbertFrere1 [3]

Ora non mi risulta che gli Jacorossi siano indagati. Non è forse gravissimo che tutti continuino a non citare la vera catena di comando del crimine ambientale e sanitario attorno a Napoli?
Stesso paradigma, altri parallelismi, con gli stessi responsabili, sempre per reati ambientali gravissimi o rapine criminose sorgono ad esempio con il caso del permesso delle trivelle in Toscana e in Val D’Orcia che mi ero studiata all’epoca (cfr. http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/2008/09/svendita-italia-la-toscana-trivellata.html [4]): omissione di foglio di VIA, e altre strane connivenze, permesso ottenuto da una società australiana misteriosa appartenente a fondi oscuri, EGL o European Gas Limited, una società con sette (7) impiegati, con finto ufficio in Francia e sede in Australia (cfr. http://www.energy-business-review.com/companies/european_gas_limited [5]). Ebbene questo misterioso fondo costituito da molti nominees (cioé innomabili) fu poi acquisito per un 9% con opzione di ulteriore 9% dalla società di trading in carburanti la Transcor Astra, a sua volta una società controllata dal fondo di investimento di… Albert Frère, la CNP o Compagnie Nationale è Portefeuille (cfr. (Cfr. http://fr.wikipedia.org/wiki/Transcor_Astra_Group[6]http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/2008/09/svendita-italia-la-toscana-trivellata.html [4]).

Nel frattempo la EGL, che non è una piccola holding poiché vanta le seguenti filiali: European Gas S.A.S.; European Gas Limited (UK); ed Heritage Petroleum Ltd – ma sette impiegati (7) – è stata acquisita al 25% da Fitzroy River cosicché qualsiasi informazione sui permessi in Toscana e Val D’Orcia spariscono dal sito (http://www.fitzroyriver.net.au/index.php/our-investments/egl-uk-shareholding [7]). Quindi in subordine: Rothschilds/Frère, CPN, Transcor Astra, EGL/Fitzroy, ministero Ambiente e Regione Toscana. La magistratura bancaria dove la mettiamo?
Al Ministero per lo Sviluppo Economico, Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche, mi hanno assicurato in un momento di confidenza, che non hanno la sia pur minima possibilità di rifiutare un permesso di trivellare il territorio o il mare. Forse in virtù dell’armistizio del dopo guerra o di altro trattato segreto con i nostri padroni del petrodollaro?

Altra fattispecie è quella di MPS, stesso paradigma, altri parallelismi, anche se per le banche ci sarebbe da aprire un capitolo a parte, soprattutto per le popolari e cooperative, qual era MPS. Entrano di sguincio e si mettono di piatto. Chi? Sempre loro. In questo caso portano i nomi di Axa SA e JP Morgan Chase, che con poco più del due per cento di quote in realtà stanno dietro a tutta l’operazione rapina di MPS e territorio di Siena. I loro uomini? Caltagirone e Mussari. Poi in subordine ci sono le Unicoop loro complici/servi con una quota simile, i partiti e, in subordine, la fondazione..

Axa SA ha partecipazioni incrociate con BNP Paribas, la banca dealer dello Stato italiano che ha acquisito la BNL e che è in joint venture con Albert Frère nella galassia di cui sopra, quadratura del cerchio (cfr. http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.it/2010/01/monte-dei-paschi-banca-canaglia.html [8]). Axa S.A., compagnia assicurativa “francese” detiene importanti azioni in Rio Tinto, e grosse partecipazioni, attraverso la sua controllata (61%) Alliance Bernstein LP, di niente po’ po’ di meno che Goldman Sachs….Il suo attuale presidente Henri De Castries, è un bilderberghino.

AXA S.A. proprietaria di AllianceBernstein LP con il 61% delle quote[9]
AXA S.A. proprietaria di AllianceBernstein LP con il 61% delle quote (tratto dal sito LittleSis.org)

Foto1[10]
AllianceBernstein LP è uno dei proprietari di Goldman Sachs
Le partecipate di AXA SA attraverso la sua controllata AllianceBernstein LP[11]
Le partecipate di AXA SA attraverso la sua controllata AllianceBernstein LP
Goldman Sachs, assieme a JP Morgan Chase e BNP Paribas, sono annoverate nella lista dei dealer anche detti specialisti in titoli di stato italiani (ma non solo), sono cioé quei creatori di moneta bancaria dal nulla [circa il 98% di tutta la moneta] che ci prestano a suon di interessi in cambio di titoli del NOSTRO debito che poi cartolarizzano e utilizzano per i loro porci comodi.  Ad esempio corrompere tutti per operazioni come l’acquisizione di Antonveneta bad bank dalla Santander, senza due diligence, consiglieri i Rothschilds…dopo avere spolpato tutti gli asset dell’Antonveneta good bank che di ricchezze ne aveva a iosa…. In subordine: Rotschilds/JP Morgan/Axa-BNP Paribas, prestanomi Caltagirone e Mussari, partiti, fondazione, magistratura bancaria…
Parallelismi, partecipazioni incrociate, e subordini da rimettere in ordine, e avremo il quadro corretto…
Nicoletta Forcheri 22 Ottobre 2013


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Disoccupazione record: salita al 40, 4%

Disoccupazione al 12,5%, è record Boom tra giovani, salita al 40, 4%

ultimo aggiornamento: 31 ottobre, ore 11:32
Roma - (Adnkronos) - Il dato Istat si riferisce a settembre: il numero dei disoccupati è arrivato quasi a 3,2 mlncon un incremento dello 0,9% rispetto al mese precedente (+29mila) . Tra gli under 25 sono occupati in 964mila, in calo del 2,3% rispetto ad agosto (-23 mila).Inflazione, a ottobre frena ancora: -0,3% su mese. Saccomanni: "Carte in regola per la ripresa, non perdere l'opportunità"

mercoledì 30 ottobre 2013

Banca d'Italia: rubati altri 2,3 miliardi di euro


COME TRUCCARE I CONTI E VIVERE FELICI - LA RIVALUTAZIONE DELLE QUOTE BANKITALIA REGALA 2,3 MLD A INTESA E UNICREDIT

La mossa di Saccomanni, uomo di Bankitalia e casualmente ministro del Tesoro, permette di rivalutare partecipazioni che non valgono nulla (perché non rivendibili) e portarle da 284 milioni a 1,5 miliardi (l’esempio Unicredit) - Per Mps e Carige invece, è una fregatura: le avevano già sopravvalutate…

Gaia Scacciavillani per www.ilfattoquotidiano.it
Il colpo è meno grosso di quello che avrebbe voluto Renato Brunetta, ma è senz'altro notevole. La rivalutazione in arrivo per le quote di Bankitalia avrà un impatto non trascurabile sui conti di alcuni istituti di credito ed enti pubblici azionisti della banca centrale.
bankitalia bigBANKITALIA BIG
La portata del colpo di bacchetta magica che trasformerà, grazie a suoi effetti contabili, le zucche in carrozza e, in pochissimi casi, le carrozze in zucche, è stata annunciata dal ministro del Tesoro già direttore generale di via Nazionale, Fabrizio Saccomanni, martedì 29 ottobre alle commissioni Bilancio di Senato e Camera: la Banca d'Italia vale tra i 5 e i 7 miliardi di euro e con la rivalutazione delle quote al fisco potrebbe arrivare fino a 1 miliardo.
BANCA ITALIABANCA ITALIA
E' questo l'atteso risultato dei calcoli del comitato di esperti nominato per questo scopo da via Nazionale il 20 settembre scorso tra i quali figura in veste di presidente l'ex premier greco ed ex vicepresidente della Bce, Lucas Papademos. Un conteggio che aveva comprensibilmente acceso molte speranze, perché è da qui che arriverà un prezioso e insperato aiuto a molti traballanti bilanci. Primo fra tutti quello dell'Inps, che ha appena approvato i conti 2012 con un disavanzo di oltre 12 miliardi di euro causato dalla fusione con l'Inpdap.
L'istituto di previdenza, però, ha in pancia 15mila quote di Bankitalia, il 5% del capitale, a un controvalore di 7.800 euro corrispondente al valore storico della partecipazione. Con la rivalutazione proposta dal comitato, il valore della quota potrà lievitare fino a 250-350 milioni di euro. Mica male se si pensa che tutto ciò avverrà senza far entrare un solo euro nelle casse dell'Inps.
logo intesa san paoloLOGO INTESA SAN PAOLO
Stesso discorso per Intesa Sanpaolo e Unicredit. La banca di Giovanni Bazoli ha scritto il suo 42,51% nell'ultimo bilancio a 624 milioni di euro e, se la rivalutazione andrà in porto in tempi brevi come sembra, a fine anno potrà quadruplicare il valore della posta a 2,125-2,975 miliardi e registrare la relativa plusvalenza. Va ancora meglio, in proporzione, all'istituto di Federico Ghizzoni che vedrà volare il suo 22,11% da 284,5 milioni fino a un valore compreso tra 1,105 e 1,5 miliardi di euro.
TORRE UNICREDITTORRE UNICREDIT
E così le prime due banche italiane viaggeranno serene verso l'ormai prossima prova degli esami comunitari. Non male anche l'effetto per Banca Marche che dall'operazione porta a casa un plusvalore compreso tra 34 e 50 milioni che tuttavia non sarà risolutivo per i conti dell'istituto fresco di commissariamento.
Tra chi viaggia verso una perdita, invece, ci sono i soliti noti come Carige, il Monte dei Paschi di Siena e Fondiaria Sai. L'istituto genovese valutava infatti il suo 4,03% 892,2 milioni di euro e dovrà tagliarlo fino a una somma compresa tra 201 e 280 milioni. E per controbilanciare gli effetti dovrà attingere all'apposita riserva di valutazione che, per fortuna, era stata creata a fine 2012.
Film analogo a Siena, che dovrà tagliare il suo 4,6% di 80-170 milioni anche se nel bilancio del Monte la partecipazione in Bankitalia "ai fini della quantificazione del patrimonio e quindi la relativa plusvalenza derivante dalla valutazione al fair value non è computata nell'ambito delle riserve degli strumenti disponibili per la vendita".
UNICREDITUNICREDIT
Quindi, come per Genova, gli effetti della valutazione ufficiale ci saranno solo sul conto economico e non sul patrimonio. Nessuna rete, infine, per la novella sposa Fondiaria Sai che dovrà svalutare la sua partecipazione per una somma compresa tra 45 e 70 milioni rispetto ai 138 milioni ai quali l'aveva portata a fine 2012 ritoccando la somma del 15% in più.
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A fare i conti dell'incasso atteso per il Fisco è stato lo stesso Saccomanni che ha annunciato un gettito compreso fra 800 milioni e 1,12 miliardi. L'esatto ammontare dipenderà dall'aliquota fiscale che si deciderà di applicare alle plusvalenze registrate dai soci di Bankitalia, ma che secondo diversi esperti del mondo bancario e politico dovrebbe essere pari al 16%, la stessa utilizzata nella rivalutazione delle partecipazioni delle imprese. Il ministro ha parlato anche di un "successivo del provvedimento, che sarà separato dalla Legge di Stabilità" e che "dovrà modificare lo Statuto della Banca d'Italia che dice che il capitale della Banca è 156.000 euro".
GIOVANNI BAZOLIGIOVANNI BAZOLIGHIZZONI E BERETTA FOTO BARILLARIGHIZZONI E BERETTA FOTO BARILLARI
Poi il provvedimento dovrà contenere "la normativa di carattere fiscale, che definisce come sono mobilizzabili le quote". "Da tutto ciò - ha aggiunto - dipende l'ammontare del gettito che potrà arrivare al Fisco. E' comunque una misura una tantum e il gettito potrà essere realizzato nel 2014, e potrà essere utilizzabile per finalità una tantum o per pagamento dei debiti conto capitale". Le quote, poi, secondo Saccomanni "dovrebbero essere un libero titolo che le banche possono scambiarsi, pur con dei limiti per evitare che alcune banche abbiano quote molto elevate. Credo verrà individuato un limite quantitativo".

Piazzapulita : L'intervento di Salvatore Tamburro

lunedì 28 ottobre 2013

Moneta, credito bancario e cicli economici

Moneta, credito bancario e cicli economici by marco saba

JP Morgan: una delle banche da sciogliere per criminalità

JP Morgan: il caso di una banca sistemica
di Mario Lettieri e Paolo Raimondi - 27/10/2013

Fonte: Arianna Editrice 

Giustizia è fatta, si direbbe. La JP Morgan Chase, la prima banca americana, è stata condannata a pagare una multa di13 miliardi di dollari, la più alta della storia, per le frodi perpetrate ai danni di milioni di famiglie. Queste avevano acquistato la propria casa con un mutuo gravato da ipoteca a condizioni capestro. Frodati sono stati coloro ai quali la banca aveva venduto derivati finanziari tossici del tipo mbs (mortgage-backed-security), prodotti che avevano come capitale sottostante strumenti speculativi legati a ipoteche gonfiate e impagabili.
In cambio i dirigenti della banca vengono esonerati da ogni altra responsabilità civile e penale per le loro decisioni che, come è noto,  hanno scatenato la crisi finanziaria e  bancaria sistemica, che dagli Stati Uniti ha investito il resto del mondo.
La giustificazione, addotta persino da alti rappresentanti del ministero di Giustizia americano, è che una loro eventuale condanna penale potrebbe avere conseguenze destabilizzanti per l’intero sistema economico. Le autorità giudiziarie di fatto si sono limitate a riscontrare esclusivamente la mancanza di controllo da parte della dirigenza della banca nei confronti di alcuni dipendenti corrotti o “megalomani”.
Dei 13 miliardi di dollari di multa, 9 vanno alle casse dello Stato e circa 4 vanno a risarcimento delle famiglie e delle altre persone truffate. Negli Usa però si sta aprendo un diffuso contenzioso sociale in quanto le famiglie coinvolte giustamente non chiedono il semplice rimborso ma vogliono rientrare in possesso della casa loro confiscata per bancarotta.
In specifico, i 4 miliardi dovrebbero prima passare attraverso la Federal Housing Finance Agency, un organismo governativo, quale risarcimento per l’azione fraudolenta della Jp Morgan nei confronti di Fannie Mae e di Freddie Mac, i due colossi parastatali del mercato ipotecario, a cui, nella fase più calda della bolla dei titoli subprime (2005-7), era riuscita a piazzare ben 33 miliardi di dollari di titoli tossici. 
Si ricordi che, per salvare i due enti dalla bancarotta, il governo ha dovuto utilizzare 188 miliardi di dollari presi dal bilancio statale e, ovviamente, dalle tasche dei cittadini. Il risarcimento di 4 miliardi comunque non rappresenta che poco più del 2% del salasso in questione.
La stessa multa di 9 miliardi, pur essendo apparentemente elevata, è molto meno della metà dei 21 miliardi di profitti conseguiti nel 2012 dalla JP Morgan. La banca ha annunciato pubblicamente di voler incassare 25 miliardi di profitti anche nel 2013. Si ricordi inoltre che dal 2010 essa ha accantonato per sole spese legali ben 28 miliardi di dollari.
Ci si chiede come sia possibile ottenere così alti guadagni mentre l’economia americana ristagna e sta a galla soltanto grazie alle iniezioni di liquidità della Federal Reserve che nel 2013 supereranno complessivamente i mille miliardi di dollari.
Così certamente è facile incassare profitti finanziari: la Fed concede liquidità a tassi vicino allo zero e il sistema bancario acquista bond del Tesoro ad un tasso di interesse del 3-4%. Del resto è notorio che le “too big to fail” non hanno mai smesso di operare sui mercati dei derivati speculativi Otc. E la Jp Morgan Chase, con i suoi 73 trilioni di dollari in Otc, detiene da sempre il record negli Usa.
Eppure la truffa sopramenzionata è soltanto una delle tante che fanno oggetto di indagine da parte delle autorità di vigilanza. Ciò vale non solo per la JP Morgan ma per molte della grandi banche americane.
Poche settimane fa la JP Morgan ha inoltre dovuto concordare il pagamento di un’altra multa di 1 miliardo di dollari per il famoso scandalo “London Whale”. In pratica aveva nascosto perdite in derivati nel 2012 per 6,2 miliardi e aveva fornito false informazioni alle autorità di controllo e al mercato circa la natura e i rischi insiti in certi derivati.
Essa è anche oggetto di altre indagini, tra cui quella sul tasso Libor, quella sulle manipolazioni dei mercati dell’energia e per il coinvolgimento negli schemi truffaldini dello speculatore Bernard Madoff.

Non vorremmo che i provvedimenti e le indagini delle autorità americane nei confronti degli intermediari finanziari speculativi si limitassero a gettare un velo sulle loro malefatte e servissero a lasciarli liberi di continuare con il “business as usual”.

Grillo piomba al Senato all'improvviso

L'apice del cartello bancario mondiale, le "famiglie"

Il Cartello della Federal Reserve: le otto famiglie

Dean Henderson, 26 luglio 2013
20120401-federal-reserveI quattro cavalieri bancari (Bank of America, JP Morgan Chase, Citigroup e Wells Fargo) possiedono i quattro cavalieri del petrolio (Exxon Mobil, Royal Dutch/Shell, BP Amoco e Chevron Texaco), in tandem con Deutsche Bank, BNP, Barclays e altri vecchi colossi monetari europei. Ma il loro monopolio sull’economia globale non si ferma sull’orlo del pozzo petrolifero. Secondo i 10mila documenti societari depositati alla SEC, i quattro cavalieri bancari sono tra i primi dieci titolari di azioni di praticamente ogni società di Fortune 500. [1] Così sono gli azionisti delle banche centrali? Questa informazione va analizzata molto più da vicino. Le mie domande sulle agenzie di regolamentazione bancaria, in materia di partecipazione azionaria delle prime 25 aziende bancarie degli Stati Uniti furono poste con il Freedom of Information Act, prima di essere negate per motivi di “sicurezza nazionale”. Questo è piuttosto ironico, dal momento che molti azionisti bancari risiedono in Europa. Un archivio importante sulla ricchezza dell’oligarchia globale che possiede queste holding bancarie è l’US Trust Corporation, fondata nel 1853 e ora di proprietà di Bank of America. L’ultimo US Corporate Trust Director e Trustee Onorario fu Walter Rothschild. Altri direttori furono Daniel Davison di JP Morgan Chase, Richard Tucker di Exxon Mobil, Daniel Roberts di Citigroup e Marshall Schwartz di Morgan Stanley. [2]
J. W. McCallister, un insider dell’industria del petrolio con legami con la Casa dei Saud, ha scritto su ‘The Grim Reaper‘, che ha acquisito un’informazione dai banchieri sauditi secondo cui l’80% della proprietà della New York Federal Reserve Bank, di gran lunga il più potente ramo della Fed, è di sole otto famiglie, quattro delle quali risiedono negli Stati Uniti: Goldman Sachs, Rockefeller, Lehman e Kuhn Loeb di New York, i Rothschild di Parigi e Londra, la Warburg di Amburgo, i Lazards di Parigi e la Israel Moses Seifs di Roma. Thomas D. Schauf della CPA avvalora le affermazioni di McCallister, aggiungendo che dieci banche controllano tutti i dodici rami della Federal Reserve Bank. Nomina N. M. Rothschild di Londra, Banca Rothschild di Berlino, Banca Warburg di Amburgo, BancaWarburg di Amsterdam, Lehman Brothers di New York, Lazard Brothers di Parigi, Kuhn Loeb Bank di New York,Israel Moses Seif Bank dell’Italia, Goldman Sachs di New York e JP Morgan Chase Bank di New York. Schauf elenca William Rockefeller, Paul Warburg, Jacob Schiff e James Stillman quali individui che possiedono grandi quantità di azioni della FED. [3] Gli Schiff sono addetti alla Kuhn Loeb. Gli Stillman addetti alla Citigroup, essendosi sposati con il clan  Rockefeller alla fine del secolo. Eustace Mullins arrivò alle stesse conclusioni nel suo libro I segreti della Federal Reserve, in cui mostra i grafici che collegano la Fed e le banche associate alle famiglie dei Rothschild, Warburg, Rockfeller e altre. [4] Il controllo che queste famiglie di banchieri esercitano sull’economia globale non può essere sottovalutato, ed è volutamente abbastanza avvolto nel segreto. Il loro ramo aziendale è rapido nel screditare qualsiasi informazione che smascheri questo cartello di banche centrali private come “teoria della cospirazione”. Eppure, i fatti restano.
La Casa dei Morgan
La Federal Reserve Bank è nata nel 1913, lo stesso anno negli USA il rampollo bancario J. Pierpont Morgan morì e la Rockefeller Foundation fu costituita. La Casa dei Morgan presiede la finanza statunitense da un angolo tra Wall Street e Broadway, in qualità di quasi-banca centrale degli USA fin dal 1838, quando George Peabody la fondò a Londra. Peabody era un socio in affari dei Rothschild. Nel 1952 il ricercatore sulla Fed Eustace Mullins avanzò l’ipotesi che i Morgan non fossero altro che agenti dei Rothschild. Mullins scrisse che i Rothschild: “…preferivano operare in modo anonimo negli Stati Uniti dietro la facciata di JP Morgan & Company“. [5] L’autore Gabriel Kolko ha dichiarato, “le attività di Morgan nel 1895-1896 nella vendita di obbligazioni d’oro degli Stati Uniti in Europa, si basarono sull’alleanza con la Casa dei Rothschild“. [6] La piovra finanziaria dei Morgan avvolse rapidamente nei suoi tentacoli tutto il mondo. Morgan Grenfell operò a Londra. Morgan et C.ie governò Parigi. I Lambert, cugini dei Rothschild, istituirono la Drexel & Company di Philadelphia. La Casa dei Morgan supportò Astor, Dupont, Guggenheim, Vanderbilt e Rockefeller. Finanziò il lancio di AT&T, General Motors, General Electric e DuPont. Come i Rothschild di Londra e delle banche Barings, Morgan entrò a far parte della struttura di potere di molti Paesi.
Nel 1890 la Casa dei Morgan prestava alla banca centrale dell’Egitto, finanziava le ferrovie russe, manteneva le obbligazioni brasiliane dei governi provinciali e finanziava i progetti dei lavori pubblici argentini. La recessione del 1893 rafforzò ancor più Morgan. Quell’anno Morgan salvò il governo degli Stati Uniti dal panico bancario, formando un sindacato per sostenere le riserve statali, con un prestito di 62 milioni dollari in oro dei Rothschild. [7] Morgan era la forza trainante dell’espansione verso occidente degli Stati Uniti, del finanziamento e del controllo dei buoni delle ferrovie meridionali, attraverso patti di sindacato. Nel 1879 la Central Railroad di New York di Cornelius Vanderbilt, finanziata dai Morgan, adottò tariffe di spedizione preferenziali per supportare il monopolio della Standard Oil di John D. Rockefeller, cementando il rapporto Rockefeller/Morgan. La Casa dei Morgan finì sotto il controllo delle famiglie Rothschild e Rockefeller. Un titolo del New York Herald diceva, “Il Re della ferrovia forma un gigantesco trust“.  J. Pierpont Morgan una volta dichiarò: “La concorrenza è un peccato“, ma poi opinò allegramente, “Pensa che tutti i concorrenti del traffico ferroviario ad ovest di St. Louis sono sotto il controllo di una trentina di uomini“. [8]  Morgan ed Edward Harriman, banchiere della Kuhn Loeb, avevano il monopolio delle ferrovie, mentre le dinastie bancarie Lehman, Goldman Sachs e Lazard si unirono ai Rockefeller nel controllo della base industriale degli Stati Uniti. [9] Nel 1903 un trust bancario fu istituito dalle otto famiglie. Benjamin Strong del trust bancario fu il primo governatore della New York Federal Reserve Bank. Nel 1913, la creazione della Fed fuse il potere delle otto famiglie con il potere militare e diplomatico del governo degli Stati Uniti. Se i loro prestiti esteri non venivano ripagati, gli oligarchi potevano ora inviare i marines degli Stati Uniti a raccogliere i debiti. Morgan, Chase e Citibankformarono un sindacato del prestito internazionale. La Casa dei Morgan era accondiscendente con i Windsor e i Savoia. Kuhn Loeb, Warburg, Lehman, Lazard, Israel Moses Seifs e Goldman Sachs hanno avuto stretti legami con i reali europei. Nel 1895 Morgan controllava il flusso di oro degli Stati Uniti. La prima ondata di fusioni statunitensi avvenne alla sua infanzia e fu promossa dai banchieri. Nel 1897 vi furono sessantanove fusioni industriali. Nel 1899 milleduecento. Nel 1904 John Moody, fondatore del Moody Investor Services, disse che era impossibile parlare degli interessi di Rockefeller e Morgan in modo distinto. [10]
La sfiducia pubblica sulle fusioni si diffuse. Molti li considerarono dei traditori che lavoravano per i soldi della vecchia Europa. La Standard Oil di Rockefeller, l’US Steel di Andrew Carnegie e le ferrovie di Edward Harriman furono tutti finanziati dal banchiere Jacob Schiff di Kuhn Loeb, che lavorava a stretto contatto con i Rothschild europei. Diversi stati occidentali vietarono i banchieri. Il predicatore populista William Jennings Bryan fu tre volte il candidato democratico alla presidenza dal 1896 al 1908. Il tema centrale della sua campagna anti-imperialista era che gli USA stavano cadendo nella trappola della “servitù finanziaria a capitalista inglese“. William Howard Taft sconfisse Bryan nel 1908, ma da quel momento il predecessore e mentore di Taft, Teddy Roosevelt, fu costretto da questo populismo diffuso a promulgare lo Sherman Anti-Trust Act. Che  poi continuò con la Standard Oil Trust. Nel 1912, si tennero le udienze Pujo, rivolte sulla concentrazione di potere a Wall Street. Nello stesso anno la moglie di Edward Harriman vendette le sue quote della Guaranty Trust Bank di New York a JP Morgan, creando il Morgan Guaranty Trust. Il giudice Louis Brandeis convinse il presidente Woodrow Wilson a chiedere la fine delle intersezioni dei consigli amministrativi. Nel 1914 il Clayton Antitrust Act fu approvato. Jack Morgan, figlio e successore di J. Pierpont, rispose invitando i clienti della Morgan Remington e Winchester ad aumentare la produzione di armi. Sostenne che gli Stati Uniti dovevano entrare nella Prima guerra mondiale. Pungolato dalla Fondazione Carnegie e da altri oligarchi, Wilson li appoggiò. Come scrisse Charles Tansill in L’America va in guerra: “Anche prima del fragore delle armi, la ditta francese dei Rothschild Freres informò la Morgan & Company di New York, suggerendo la flottazione di un prestito di 100 milioni di dollari, una parte consistente del quale doveva essere lasciato negli Stati Uniti per pagare gli acquisti francesi di beni statunitensi“. La Casa dei Morgan finanziò la metà dello sforzo bellico degli Stati Uniti, durante la ricezione delle commissioni che allinearono aziende come GE, Du Pont, US Steel,Kennecott e ASARCO. Tutti erano clienti della Morgan che anche finanziò la guerra anglo-boera in Sud Africa e la guerra franco-prussiana. La Conferenza di Pace di Parigi del 1919 fu presieduta da Morgan, che sostenne gli sforzi della ricostruzione sia tedeschi che alleati. [11]
Negli anni ’30 il populismo ritornò negli USA dopo che Goldman Sachs, Lehman Bank e altri approfittarono del crollo del 1929. [12] Il presidente della commissione bancaria del Congresso, Louis McFadden (D-NY), disse della Grande Depressione, “Non fu un incidente, ma un avvenimento attentamente artificioso… I banchieri internazionali cercarono di suscitare una situazione disperata qui, in modo che potessero imporsi come governanti di tutti noi“. Il senatore Gerald Nye (D-ND) presiedette un’indagine sulle munizioni nel 1936. Nye concluse che la Casa dei Morgan aveva gettato gli Stati Uniti nella prima guerra mondiale per proteggere i prestiti e creare una industria bellica in piena espansione. Nye poi produsse un documento dal titolo ‘La prossima guerra‘, che cinicamente parlava “del vecchio trucco della dea democrazia“, attraverso cui il Giappone poteva essere usato per trascinare gli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. Nel 1937 Ii segretario degli Interni Harold Ickes avvertì sull’influenza delle “60 famiglie d’America”. Lo storico Ferdinand Lundberg scrisse un libro dallo stesso titolo. Il giudice della Corte Suprema William O. Douglas denigrò “l’influenza dei Morgan… la più perniciosa nell’industria e nella finanza di oggi.” Jack Morgan rispose spingendo gli Stati Uniti verso la seconda guerra mondiale.  Morgan aveva stretti rapporti con le famiglie Iwasaki e Dan, i due clan più ricchi del Giappone, che possedevano Mitsubishi e Mitsuirispettivamente da quando le imprese apparvero nello shogunato del 17° secolo. Quando il Giappone invase la Manciuria, massacrando contadini cinesi a Nanchino, Morgan minimizzò l’incidente. Morgan ebbe anche stretti rapporti con il fascista italiano Benito Mussolini, mentre il nazista tedesco dr. Hjalmar Schacht fu un agente di collegamento della Morgan Bank durante la seconda guerra mondiale. Dopo la guerra i rappresentanti della Morgan incontrarono Schacht presso la Banca dei regolamenti internazionali (BRI) a Basilea, in Svizzera. [13]
La Casa dei Rockefeller
La BIS è la banca più potente del mondo, la banca centrale globale delle otto famiglie che controllano le banche centrali private di quasi tutte le nazioni occidentali e in via di sviluppo. Il primo presidente della BIS fu il banchiere dei Rockefeller Gates McGarrah, funzionario presso la Chase Manhattan e la Federal Reserve. McGarrah è il nonno dell’ex direttore della CIA Richard Helms. I Rockefeller, come i Morgan, avevano stretti legami con Londra. David Icke scrive ne ‘I figli di Matrix‘, che Rockefeller e Morgan erano solo “controfigure” dei Rothschild europei. [14] BIS è di proprietà di Federal Reserve, Banca d’Inghilterra, Banca d’Italia, Banca del Canada, Banca nazionale svizzera,Nederlandsche BankBundesbank e Banca di Francia. Lo storico Carroll Quigley ha scritto, nel suo epico libro ‘Tragedy and Hope’, che la BIS era parte di un piano “per creare un sistema mondiale di controllo finanziario privato capace di dominare il sistema politico di ogni Paese e l’economia mondiale nel suo complesso… essere controllati in modo feudale dalle banche centrali del mondo che agiscono di concerto con accordi segreti.” Il governo degli Stati Uniti ebbe diffidenza storica verso la BIS, facendo lobbying, senza successo, per la sua scomparsa alla Conferenza di Bretton Woods del 1944. Invece il potere delle otto famiglie fu ingrandito con la creazione a Bretton Woods del FMI e della Banca Mondiale. La Federal Reserve si riprese le azioni della BIS solo nel settembre 1994. [15] La BIS detiene almeno il 10% delle riserve monetarie di almeno 80 banche centrali del mondo, del FMI e di altre istituzioni multilaterali. Opera da agente finanziario negli accordi internazionali, raccoglie informazioni sull’economia globale ed è prestatore di ultima istanza per evitare il collasso finanziario globale. La BIS promuove l’agenda del fascismo del monopolio capitalista. Diede un prestito ponte all’Ungheria negli anni ’90 per garantire la privatizzazione dell’economia di quel Paese. Servì ad incanalare il finanziamento delle otto famiglie di Adolf Hitler, guidate dalla J. Henry Schroeder e Mendelsohn Bank dei Warburg di Amsterdam. Molti ricercatori sostengono che la BIS è al nadir del riciclaggio globale dei narcodollari. [16] Non è un caso che la BIS abbia sede in Svizzera, luogo preferito per nascondere la ricchezza dell’aristocrazia mondiale e sede della P2 italiana, dei massoni della Loggia Alpina e del nazismo internazionale. Altre istituzioni controllate dalle otto famiglie sono il World Economic Forum, la Conferenza monetaria internazionale e l’Organizzazione mondiale del commercio.
Bretton Woods fu una manna per le otto famiglie. Il FMI e la Banca Mondiale sono stati al centro di questo “nuovo ordine mondiale”. Nel 1944 le prime obbligazioni della Banca Mondiale furono emesse da Morgan Stanley e First Boston. La famiglia francese Lazard fu sempre più coinvolta negli interessi della Casa dei Morgan. La più grande banca d’investimento della Francia, la Lazard Freres di proprietà delle famiglie Lazard e David-Weill, vecchi rampolli bancari genovesi rappresentati da Michelle Davive. Un recente presidente e CEO di Citigroup fu Sanford Weill. Nel 1968 Morgan Guaranty lanciò Euro-Clear, sistema di compensazione bancario con sede a Bruxelles sui titoli in eurodollari. Fu il primo tentativo del genere automatizzato. Alcuni presero a chiamarlo Euro-Clear “The Beast”. Bruxelles funge da quartier generale della nuova Banca centrale europea e della NATO. Nel 1973 i funzionari di Morgan s’incontrarono segretamente alle Bermuda per  resuscitare illegalmente la vecchia casa dei Morgan, 20 anni prima che la legge Glass-Steagal venisse abrogata. Morgan e Rockefeller fornirono sostegno finanziario alla Merrill Lynch, sostenendo i Big 5 dell’investimento bancario statunitense. Merrill è ora parte di Bank of America.
John D. Rockefeller usò le sue ricchezze petrolifere per acquisire Equitable Trust, che aveva inghiottito alcune grandi banche e società dal 1920. La Grande Depressione contribuì a consolidare il potere dei Rockefeller. La loro banca Chase si fuse con la Kuhn Loeb Manhattan Bank, formando Chase Manhattan, cementando un rapporto familiare di lunga data. La Kuhn-Loeb aveva finanziato, insieme a Rothschild, il tentativo dei Rockefeller di diventare i monarchi del petrolio. La National City Bank di Cleveland rese disponibili a John D. il denaro necessario per intraprendere la monopolizzazione dell’industria petrolifera statunitense. La banca fu identificata nelle audizioni del Congresso come una delle tre banche di proprietà Rothschild negli Stati Uniti, negli anni 1870, quando i Rockefeller crearono la Standard Oil of Ohio. [17] Un socio dei Rockefeller alla Standard Oil fu Edward Harkness, la cui famiglia controllava la Chemical Bank. Un altro era James Stillman, la cui famiglia controllava la Manufacturers Hanover Trust. Entrambe le banche si fusero sotto l’ombrello della JP Morgan Chase. Due figlie di James Stillman sposarono due figli di William Rockefeller. Le due famiglie controllano anche una grossa fetta di Citigroup. [18]
Nel settore assicurativo, i Rockefeller controllano Metropolitan Life, Equitable Life, Prudential and New York Life. Le banche dei Rockefeller controllano il 25% di tutte le attività delle 50 maggiori banche commerciali degli Stati Uniti e il 30% di tutte le attività delle 50 più grandi compagnie di assicurazione. [19] Le imprese di assicurazione, la prima negli Stati Uniti fu lanciata dai massoni attraverso la loro Woodman of America, svolgono un ruolo chiave nel traffico in narcodollari alle Bermuda. La società controllate da Rockefeller comprendono Exxon Mobil, Chevron Texaco, BP Amoco, Marathon Oil, Freeport McMoran, Quaker Oats, ASARCO, United, Delta, Northwest, ITT, International Harvester, Xerox, Boeing, Westinghouse, Hewlett-Packard, Honeywell, International Paper, Pfizer, Motorola, Monsanto, Union Carbide e General Foods. La Fondazione Rockefeller ha stretti legami finanziari con le fondazioniFord e Carnegie. Altri sforzi filantropici della famiglia: Rockefeller Brothers Fund, Rockefeller Institute for Medical Research, General Education Board, Rockefeller University e Università di Chicago, che sforna un flusso costante di economisti di estrema destra apologeti del capitalismo internazionale, tra cui Milton Friedman. La famiglia possiede 30 Rockefeller Plaza, dove l’albero di Natale nazionale viene illuminato ogni anno, e il Rockefeller Center. David Rockefeller fu determinante nella costruzione delle torri del World Trade Center. La principale sede della famiglia Rockefeller è un massiccio complesso nello Stato di New York, conosciuto come Pocantico Hills. Possiede anche un appartamento di 32 camere sulla 5th Avenue a Manhattan, una villa a Washington DC, Monte Sacro Ranch in Venezuela, piantagioni di caffè in Ecuador, diverse aziende in Brasile, una tenuta a Seal Harbor, nel Maine e resort nei Caraibi, Hawaii e Puerto Rico. [20]
Le famiglie Dulles e Rockefeller sono cugine. Allen Dulles ha creato la CIA, assistito i nazisti, coperto l’assassinio di Kennedy con la sua fasulla Commissione Warren e raggiunto un accordo con i Fratelli musulmani per creare assassini mentalmente controllati. [21] Il fratello John Foster Dulles presiedette il falso trust della Goldman Sachsprima del crollo del mercato azionario nel 1929 e aiutò il fratello a rovesciare i governi di Iran e Guatemala. Entrambi erano Skull & Bones, attivi nel Council on Foreign Relations (CFR) e massoni di 33° grado. [22] I Rockefeller contribuirono a formare il Club di Roma orientato verso lo spopolamento, presso la tenuta di famiglia di Bellagio, in Italia. Nel loro immobile di Pocantico Hills crearono la Commissione Trilaterale. La famiglia è uno dei principali finanziatori del movimento eugenetico che produsse Hitler, la clonazione umana e l’attuale ossessione sul DNA negli ambienti scientifici statunitense. John Rockefeller Jr. fu a capo del Consiglio sulla popolazione fino alla morte. [23] Il figlio, omonimo, è senatore del West Virginia. Il fratello Winthrop Rockefeller era vice-governatore dell’Arkansas e l’uomo più potente di quello Stato fino al suo decesso nel 2006. Nell’intervista dell’ottobre 1975 aPlayboy Magazine, il vicepresidente Nelson Rockefeller, che era anche governatore di New York, articolò la paternalistica visione del mondo della sua famiglia: “Sono un grande sostenitore della pianificazione totale mondiale, della pianificazione economica, sociale, politica, militare.” Ma di tutti i fratelli Rockefeller, è David, fondatore della Commissione Trilaterale (TC) ed ex presidente della Chase Manhattan, che ha guidato l’agenda globale fascista di famiglia. Ha difeso lo Scià di Persia, il regime sudafricano dell’apartheid e la giunta cilena di Pinochet. Fu il più grande finanziatore del CFR, della TC e (durante la guerra del Vietnam), del Comitato per una pace effettiva e duratura in Asia, una miniera d’oro contrattuale per coloro che hanno passato la loro vita fuori dai conflitti.
Nixon gli chiese di essere il segretario del Tesoro, ma Rockefeller rifiutò, sapendo che il suo potere era molto più saldo al timone della Chase. L’autore Gary Allen scrive su ‘Dossier Rockefeller’ che nel 1973 “David Rockefeller incontrò ventisette capi di Stato, tra cui i governanti della Russia e della Cina Rossa.” Dopo il golpe della Banca Nugan Hand/CIA del 1975 contro il Primo ministro australiano Gough Whitlam, la Corona inglese nominò suo successore Malcolm Fraser, che si precipitò negli Stati Uniti incontrando il presidente Gerald Ford dopo aver conferito con David Rockefeller. [24]
Note
[1] 10K Filings of Fortune 500 Corporations to SEC. 3-91
[2] 10K Filing of US Trust Corporation to SEC. 6-28-95
[3] “The Federal Reserve ‘Fed Up’. Thomas Schauf. 1-02
[4] The Secrets of the Federal Reserve. Eustace Mullins. Bankers Research Institute. Staunton, VA. 1983. p.179
[5] Ibid. p.53
[6] The Triumph of Conservatism. Gabriel Kolko. MacMillan and Company New York. 1963. p.142
[7] Rule by Secrecy: The Hidden History that Connects the Trilateral Commission, the Freemasons and the Great Pyramids. Jim Marrs. HarperCollins Publishers. New York. 2000. p.57
[8] The House of Morgan. Ron Chernow. Atlantic Monthly Press NewYork 1990
[9] Marrs. p.57
[10] Democracy for the Few. Michael Parenti. St. Martin’s Press. New York. 1977. p.178
[11] Chernow
[12] The Great Crash of 1929. John Kenneth Galbraith. Houghton, Mifflin Company. Boston. 1979. p.148
[13] Chernow
[14] Children of the Matrix. David Icke. Bridge of Love. Scottsdale, AZ. 2000
[15] The Confidence Game: How Un-Elected Central Bankers are Governing the Changed World Economy. Steven Solomon. Simon & Schuster. New York. 1995. p.112
[16] Marrs. p.180
[17] Ibid. p.45
[18] The Money Lenders: The People and Politics of the World Banking Crisis. Anthony Sampson. Penguin Books. New York. 1981
[19] The Rockefeller File. Gary Allen. ’76 Press. Seal Beach, CA. 1977
[20] Ibid
[21] Dope Inc.: The Book That Drove Kissinger Crazy. Editors of Executive Intelligence Review. Washington, DC. 1992
[22] Marrs.
[23] The Rockefeller Syndrome. Ferdinand Lundberg. Lyle Stuart Inc. Secaucus, NJ. 1975. p.296
[24] Marrs. p.53
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Dean Henderson è autore di quattro libri: Big Oil & Their Bankers in the Persian Gulf: Four Horsemen, Eight Families & Their Global Intelligence, Narcotics & Terror Network, The Grateful Unrich: Revolution in 50 Countries, Das Kartell der Federal Reserve & Stickin’ it to the Matrix.  Puoi iscriverti gratuitamente al suo settimanale Left Hook.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Credito Arbitrario e Uranio Radioattivo: sofferenze inutili


Arbitrarietà del credito: come funziona davvero - REPORT

Report lunedì 28 ottobre 21.05 su Rai3

Gentili telespettatori,

vi comunichiamo che lunedì 28 ottobre, alle 21.05 su Rai3 andrà in onda la nuova puntata di Report.

La puntata si intitola: "INTESA SUL CREDITO"
di Giovanna Boursier

Romain Zaleski e Luigi Zunino sono grandi debitori delle banche, capofila, per entrambi, Intesa San Paolo. Hanno ognuno, all'incirca, 2mld di debito. Zaleski è un finanziere francese, di origini polacche, che arriva in Italia perché deve riscuotere un credito da un'acciaieria della Val Camonica, lui la rileva e si stabilisce nel bresciano. Specula in borsa, le banche lo finanziano, nel 2007 fino a 9 miliardi, e circa 2 glieli ha dati Intesa guidata da Giovanni Bazoli. Si conoscono nella finanziaria Mittel, di cui Zaleski diventa azionista nel 1996, e Bazoli è stato a lungo presidente. Zaleski nel 2007 ha anche un patrimonio di titoli bancari e quando Intesa si fonde con San Paolo Imi, la Tassara di Zaleski arriva al 5,9% della nuova banca, diventandone il secondo azionista. Nel 2008 crolla, insieme ai mercati finanziari. Da allora le banche, da Intesa a UniCredit, gli ristrutturano il credito. Più o meno lo stesso vale per l'immobiliarista Luigi Zunino: nel 2008 aveva più di 3 miliardi di debiti, e la procura di Milano aveva chiesto il fallimento della sua società Risanamento. Ma anche in questo caso, si fa un accordo con le banche che si prendono quote della società e gli iniettano liquidità. Oggi ha ancora 1,8mld di debito con le banche e vorrebbe riprendersi Risanamento, che ha in pancia immobili prestigiosi a Parigi. Il Banco Popolare è disponibile a rifinanziarlo. 
A coloro invece che non hanno amici nelle banche, chiudono i fidi e di conseguenza devono chiudere le loro imprese. Poi ci sono anche quelli che, con la crisi, comprano a rate. Il credito al consumo ormai serve per mangiare. Ma è difficile sapere quanto si paga di interessi, come è il caso delle carte revolving... Istruzioni per l'uso. 



E inoltre:

"TI RUBO L'IDENTITA'"
di Giuseppe Laganà
In un anno e mezzo la Polizia Postale ha contato 93.815 denunce per furto d'identità on line e l'agenzia anticrimine dell'Unione Europea stima che solo il 30% è segnalato alle autorità competenti. 322 comuni italiani sarebbero stati vittime di attacchi informatici da gennaio ad agosto 2013. Le informazioni rubate sono vendute sul mercato nero, utilizzate per rubare dai conti correnti e anche a scopo estorsivo. Il business, a livello globale, si aggirerebbe tra i 100 e i 500 miliardi di dollari. La vittima di furto d'identità spesso è, suo malgrado, coinvolta in reati che altri compiono a suo nome. E il fenomeno è in crescita.


I video e le trascrizioni delle inchieste saranno resi disponibili sul nostro sito www.report.rai.it pochi minuti dopo la fine della trasmissione.


Buona visione,

La redazione

domenica 27 ottobre 2013

Olivetticidio, Romiti: furono le banche...nel 1963




Signoraggio: la Corte Costituzionale dorme...

25.10.13

TRUFFA DEL SIGNORAGGIO BANCARIO: SENTENZA DI CASSAZIONE



di Gianni Lannes 

Non è in atto alcun complotto, ma va in onda la cruda realtà. Indicibile per chi manovra all'oscuro. L'ecologia ci insegna che fatti ed eventi sono legati,collegati e interconnessi. Infatti. 

A proposito di palesi violazioni costituzionali nell'esercizio della politica monetaria, la Corte costituzionale dopo questa sentenza della Cassazione nel 2006, non si è mai espressa in materia. Strano. Perché? 

Chi pagherà al popolo italiano i danni economici per l'introduzione truffaldina e forzata dell'euro, nonché per il signoraggio bancario in atto? Forse la Germania?

Il popolo italiano non ha contratto alcun debito pubblico. Ne rispondano a titolo personale i politicanti e i burocrati che hanno manovrato tenendo all'oscuro la gente. Ergo: non esiste: si tratta di una gigantesca speculazione.

Non c'è alcuna crisi economica in atto (il messaggio che tentano di inculcare nelle masse), ma solo una strategia della tensione per conquistare definitivamente il mondo ancora apparentemente libero. Non a caso il sistema di potere ha incrementato il sistema di controllo tecnologico. E si è preparato a schiacciare con la violenza ogni tentativo di giusta ribellione, con Eurogendfor, una forza di polizia militare che non risponde alla legge né ai Parlamenti ormai esautorati, ma soltanto alla Nato, in base al Trattato di Velsen, ratificato anche in Italia dalla legge statale 14 maggio 2010 numero 84 (votata in sordina da tutte le forze partitiche).

Anche dal punto di vista squisitamente etimologico, il termine crisi indica un punto di svolta, un cambiamento, qualcosa di positivo.

Allarghiamo l'orizzonte del contesto. La parola d'ordine del nuovo ordine mondiale - che passa anche attraverso le geo-ingegneria ambientale per l'alterazione del clima, il controllo della Natura (per scatenare guerre segrete, non convenzionali) e l'indebolimento degli organismi viventi (alla voce scie chimiche, o meglio: aerosolterapia bellica) - è la globalizzazione della povertà materiale.