giovedì 17 ottobre 2013

La vera storia del MONOPOLY

www.resistenze.org - osservatorio - mondo - politica e società - 10-10-13 - n. 470

L'involuzione del Monopoly

Editoriale Monthly Review | monthlyreview.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

ottobre 2013


Monopoly Empire, la recente versione del gioco del Monopoly lanciata da Hasbro e basata sul famoso gioco immobiliare la cui prima produzione di massa risale al 1935 per opera della Fratelli Parker, ora controllata da Hasbro, è segno di una cultura economica rozza. La nuova versione richiede 30 minuti di intrattenimento ed è progettata per glorificare il sistema d'impresa moderno e neutralizzare gli attriti del gioco [in una recensione del gioco ho scoperto che il suo scopo non è di impoverire l'avversario ma arrivare a detenere i principali marchi - ndt]. I giocatori raccolgono marchi leggendari di aziende come McDonalds, Coca-Cola, Nestlé e Samsung, che aggiungono al cartellone "dei grattacieli", in una corsa verso l'alto. I giocatori lasciano in fretta il gioco a causa della bancarotta. L'obiettivo è semplicemente quello di costruire il più grande marchio monopolista dell'impero.

Il gioco del Monopoly ha avuto la sua forma originale nel campo anticapitalista come "Gioco dei Landlord", brevettato da Elizabeth Magie, seguace di Henry George [economista statunitense], nel 1904, progettato per mostrare come i proprietari terrieri strappassero la ricchezza alla popolazione che condannavano alla bancarotta. Il gioco, secondo la sua autrice, era volto a criticare "l'accumulazione della ricchezza". Le caselle del gioco avevano nomi ispirati come "Tenuta dei Signori di Sangue Blu" e "Compagnia elettrica di Soakum" [Soakum: città in Ohio, Stati Uniti d'America]. I principi di Henry George si riflettevano anche nelle regole di gioco. Il primo giocatore autorevole e promotore del gioco fu Scott Nearing, diventato successivamente un redattore abituale di Monthly Review. Nearing era un critico socialista del capitalismo monopolistico, influenzato dalle idee di Marx, George e Veblen. Nel primo decennio del XX secolo, Nearing visse ad Arden, Delaware, in una comunità georgista di cui Magie era una visitatrice regolare. Fu lei probabilmente a introdurre Nearing e altri residenti della comunità, al gioco. A sua volta Nearing presentò il gioco dei Landlord's ai suoi studenti della Wharton School of Finance presso l'Università della Pennsylvania e del Swarthmore College, dove insegnava Economia e Sociologia tra il 1908 e il 1915. Nearing utilizzò il gioco, che divenne presto noto come "Monopoly", per disvelare le ingiustizie del sistema come Magie aveva inteso. [Nearing fu licenziato dalla Wharton School nel 1915 per il suo sostegno esplicito al lavoro e la sua critica al capitalismo, aprendo il caso più famoso di libertà accademica di quell'epoca.]. Delle comunità di quaccheri nell'area di Atlantic City in seguito ripresero il gioco e diedero nomi locali alle proprietà sul tabellone.

Fu questa versione del gioco che un venditore senza lavoro, Charles Darrow, copiò e vendette alla Fratelli Parker (che acquistò anche il brevetto di Magie per $ 500). Darrow, che ricevette una parte dei proventi di ogni gioco venduto, divenne milionario. E' quindi segno dei tempi che, in un periodo caratterizzato, ancora una volta, dalla stagnazione economica profonda e dalla crescente monopolizzazione, analoga agli anni Trenta del '900, la Hasbro abbia prodotto la nuova versione del Monopoly classico: Empire si basa sui marchi feticci delle merci dell'economia monopolista contemporanea. (Vedi Edward J. Dodson, "Come i principi di Henry George sono stati corrotti nel gioco chiamato Monopoly," HenryGeorge.org, dicembre 2011.)

Gran parte della storia del gioco del Monopoly, compresa la sua origine nel gioco dei Landlord, è stata spiegata tre decenni fa in questa rivista dal nostro amico, filosofo marxista Bertell Ollman ("Alla ricerca di giochi critici" Monthly Review, settembre 1983), egli stesso ideatore del gioco "Lotta di classe". Abbiamo quindi chiesto a Bertell di condividere le sue riflessioni sull'evoluzione del Monopoly in questa versione iper-avida di Monopoly Empire. Bertell tra l'altro ha commentato: "Quello che lei [Mary Pilon sul New York Times del 24 ago 2013, Monopoly Goes Corporate] ha eluso... è come un buon gioco socialista sia diventato un buon gioco capitalista così facilmente... Si tratta di un classico caso di cooptazione da parte del sistema capitalistico... che ingoia nel buco nero delle mode, la maggior parte dei tentativi di opposizione, rielaborandoli in nuovi e spesso più efficaci strumenti per difendere il sistema... Ecco perché... "Lotta di classe" era l'unico nome che ho preso in considerazione per il mio gioco da tavolo... Il fatto che l'articolo del New York Times sulle origini del gioco ometta, per quanto mi risulta, qualsiasi riferimento alla lotta di classe (quella vera), mi induce a pensare che l'autrice [Pilon] contribuisce anch'essa, in modo agevole e razionale, agli stessi obiettivi politici del popolo dei monopoli".

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