mercoledì 24 settembre 2014

BANKITALIA: ESPOSTI E DENUNCE CONTRO GOVERNATORE VISCO

CARICHIETI: TROPPI I MISTERI ! ADUSBEF CONFERMA DI AVER PRESENTATO ESPOSTI DENUNCE CONTRO GOVERNATORE VISCO ALLE PROCURE DI ROMA, CHIETI,PESCARA, VASTO, TERAMO,L’AQUILA E LANCIANO. COME MAI E’ STATO SALVATO IL DIRETTORE GENERALE SBROLLI ? E SE LE PERDITE SONO DI 304,7 MILIONI NEL 2013 INVECE DI 11,4 MLN REGISTRATI IN BILANCIO,PERCHE’ NON E’ STATO IMPUGNATO PER FALSO ?

In merito al commissariamento di Carichieti, Adusbef conferma di aver depositato ieri un esposto denuncia contro il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, alle Procure della Repubblica di Roma, Chieti, Pescara, Vasto, Teramo, Lanciano, chiedendo di accertare se non siano stati travalicati i poteri di vigilanza bancaria e non siano stati quindi utilizzati in maniera distorta e strumentale, per favorire precisi e individuati gruppi d’interesse, come in passato alcune grandi banche, tali da configurare fattispecie di corruzione, concussione, falso, truffa e abuso d’ufficio.
Tale convinzione è rafforzata dalla lettura del verbale di commissariamento, le otto pagine firmate da Ignazio Visco che rivelano alcuni dati su Carichieti: sofferenze per ben 435 milioni di euro e soprattutto 304 milioni di perdite previste, ingerenze vietate ed intrecci della Fondazione sulla banca, rischi in materia di antiriciclaggio,“fidi facili”, lacune nella gestione di crediti per 109 milioni di euro ad alcuni imprenditori dell’area Chieti-Pescara, ai 5 milioni di euro concessi a una società riconducibile a un consigliere, alla mancata azione di responsabilità verso l’ex dg della Cassa Di Tizio, fino alla storiella dell’autista, che invece dell’auto di servizio avrebbe guidato la banca.
Il rapporto spedito dal Governatore Visco al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, non chiarisce i misteri dell’improvviso commissariamento, a sei mesi dall’approvazione del bilancio, in merito al direttore Roberto Sbrolli che, nonostante abbia: “manifestato una ridotta autonomia di giudizio in talune scelte concernenti il personale e scarso rigore nella gestione del credito, con particolare riferimento ai citati rapporti facenti capo all’ex presidente della Fondazione”, è stato mantenuto al suo posto. Come mai ?
E perché la grave esposizione al rischio creditizio, i cui impieghi hanno fatto emergere al 31-12-2013, sofferenze per 453,8 milioni di euro e previsioni di perdite per 304,7 milioni, con una redditività ampiamente negativa; una perdita di esercizio di 11,4 milioni nel 2013; un inadeguato patrimonio di vigilanza pari a 175 milioni di euro, non hanno indotto la Banca d’Italia (che riceve ed esamina i bilanci di tutto il sistema), ad accendere un faro ed i necessari rilievi scritti al cda, all’indomani del 7 maggio 2014, data in cui è stato approvato il bilancio per l’esercizio 2013 ?
Bankitalia non sembra abbia mosso alcun rilievo formale e sostanziale, alle comunicazioni dei dirigenti della Cassa di Risparmio di Chieti, che il 7 maggio 2014, enfatizzavano:”….la ritrovata credibilità della Carichieti…., l’opera di pulizia dei conti iniziata nei primi mesi del 2011 dopo una burrascosa visita ispettiva della Banca d’Italia…, la riduzione dei costi accompagnata da un aumento della redditività assoluta, che ha portato il “core tier 1”, cioè l’indicatore primario della solidità della banca all’attuale 8,70 (nel 2012 era del’8,54), a fronte di un requisito minimo dell’8%....; 350 milioni di finanziamenti erogati sul territorio della Provincia di Chieti, gli accantonamenti pari ad 83 milioni finiti, salvo ulteriori piccole rettifiche, perché la Banca d’Italia si sarebbe accontentata di una rettifica da 50 mln…, con la Carichieti che si presenta ai suoi soci (80% Fondazione e 20% Banca Intesa) ed ai suoi correntisti con una solidità mai vista in passato e con un nuovo modello di business, con forme di credito più prudenti”. Come mai Bankitalia taceva ?
Ed i consueti commissari scelti da Bankitalia con i soliti criteri ‘amicali’, di fronte ai numeri descritti, impugneranno il bilancio 2013 e presenteranno formale denuncia penale per palese falso in bilancio contro cda, collegio sindacale e società di revisione ?
Adusbef, che non si beve la risibile frottola di un commissariamento avvenuto perché il cda non avrebbe segnalato alla sede Regionale di Bankitalia l’Aquila la riassunzione di un autista, che invece dell’auto di servizio, avrebbe guidato la banca, continuerà a denunciare malefatte e palesi abusi di un istituto di vigilanza contiguo alle ‘banche di sistema’, continuerà la sua funzione a presidio della legalità, trasparenza e ricerca della verità.

Elio Lannutti (Presidente Adusbef)
Roma, 23.9.2014

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