venerdì 7 ottobre 2016

Progetto “Salva-Comuni”: cosa, come, dove, quando, perché


Progetto “Salva-Comuni”: cosa, come, dove, quando, perché

a cura di Marco Saba, presidente di IASSEM, 7 ottobre 2016


La legge di stabilità 2015 (articolo 1, comma 702, legge 190/2014), con riferimento agli anni 2015, 2016 e 2017, ha portato al 55% la quota spettante ai Comuni sulle maggiori somme dei tributi statali riscosse in conseguenza della loro partecipazione all’attività di accertamento fiscale svolta attraverso la “segnalazione qualificata” (vedi note 1 e 2).

I Comuni dovrebbero effettuare le segnalazioni per i casi più eclatanti di evasione evitando di soffermarsi su casi minimi anche per evitare di essere accusati di attività formali di lotta all’evasione, piuttosto che di impegno sostanziale. A questo scopo si suggerisce di effettuare una segnalazione qualificata per il caso delle banche operanti sul territorio comunale in riferimento all’IRES e l’IRAP evasa sulla creazione di denaro poiché tale attività, differente da quella dichiarata (ATECO 64.19.10: Intermediazione monetaria di istituti monetari diverse dalle Banche centrali, vedi nota 3), non risulta nei bilanci presentati dalle banche presenti ed operanti sul territorio nazionale (vedasi: interventi di Sibilia, Saba, Rosanìa, nelle assemblee degli azionisti di UNICREDIT, INTESA, MEDIOBANCA, etc. etc. nel 2014 e 2015).

Sulla questione della contabilizzazione della creazione monetaria, l’ignoranza e le irregolarità arrivano ai piani alti della P.A. (vedi nota 4) Sul fatto che le banche creano denaro – cosa sconosciuta al pubblico che non si chiede come viene creato il denaro, ma solo se gli arriva – si è espresso recentemente anche il vice presidente della Banca Centrale Europea a Madrid, il 7 luglio 2016 (vedi nota 5).

Ai fini della segnalazione, le banche operanti sul territorio comunale possono rientrare nel caso previsto di “soggetto svolgente attività diversa da quella dichiarata”, infatti le banche creano denaro per gli impieghi alla bisogna – non se lo fanno prestare precedentemente - e tale attività non solo non è dichiarata ma non risulta nei libri contabili e nel bilancio presentato dalle banche (vedi nota 6). L’attività dichiarata è solo quella di intermediazione finanziaria, non quella d’emissione di denaro digitale in euro. Tale denaro, d’altra parte, se non dichiarato falsifica notevolmente la dichiarazione annuale dei profitti prima delle imposte. Infatti si calcola che gli impieghi annuali del sistema bancario commerciale siano dell’ordine dei 1.800 miliardi di euro (fonte: Banca d’Italia, varie relazioni annuali).

La creazione continuativa di denaro nel Comune di pertinenza da parte della banca (sede o filiale) si evidenzia anche nelle operazioni che lo stesso Comune effettua quando accende dei mutui che vengono onorati dalla banca con la creazione di denaro direttamente nel conto di deposito del Comune, senza però passare dai flussi di cassa della banca stessa al momento della creazione. L’alterazione per omissione del rendiconto finanziario, e quindi del conto dei flussi di tesoreria della banca, e la relativa contestazione internazionale iniziata da Marco Saba, presidente di IASSEM (vedi nota 7), trae ragione dal fatto che, ad esempio, le banche centrali BCE e BNS non hanno presentato il rendiconto dei flussi di cassa nel 2016 (Rendiconto Finanziario).

Nella segnalazione qualificata si può suggerire che: l’ammontare della cifra annuale non dichiarata equivale, banca per banca, alla massa degli impieghi sommata alle eventuali operazioni di acquisto di beni e servizi (ad esempio, il pagamento dello stipendio degli impiegati) ed ad altre da individuarsi tramite accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza (cambiovaluta, import-export, versamento per contanti, etc.).

Infine, la segnalazione può essere inoltrata dal Comune utilizzando il portale PuntoFisco: https://puntofisco.agenziaentrate.it/PuntoFiscoHome/Logon.jsp
indicando il numero delle filiali o sedi di banche nel territorio comunale e la loro denominazione.
E’ opportuno ricordare che la segnalazione vale per l’anno in corso ma anche per tutti gli anni precedenti all’accertamento da eseguirsi a cura dell’AGE.

Il 55% delle cifre evase – anche per il solo 2015 – dovrebbe essere sufficiente a salvare anche i Comuni più indebitati e può essere calcolata per ogni anno grosso modo con questa formula: 1.800 miliardi di euro – diviso – numero di residenti in Italia – moltiplicato – numero di residenti nel comune in oggetto. Da questa cifra si tragga il 30% (IRES + IRAP) ed infine sul risultato si calcoli il 55% che è il premio per il Comune.

In questa pagina dell’ANCI si trovano risposte a domande comuni:


Note:

1) v. “SEGNALAZIONI ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE” - VADEMECUM AD USO DEI COMUNI

2) Comuni vs evasione: quanto vale e come si svolge la partecipazione

3) v. “Note per un studio di settore sull’attività bancaria” http://centralerischibanche.blogspot.it/2014/05/note-per-uno-studio-di-settore.html

4) v. “Tesoro sommerso: l’errore contabile del ministro Padoan”

5) v. “LA BCE ammette: le banche commerciali creano denaro”

6) “Punti fermi sulla creazione di danaro bancario in Europa”, blog “Centrale Rischi Banche”, 3 ottobre 2016. Documento notificato al Tribunale di Genova il 4 ottobre 2016.

7) Istituto di Alti Studi sulla Sovranità Economica e Monetaria – sito web in costruzione.